LA DARK LADY – LA PERLA DI LABUAN 27/4/2018

Riccardo

“Si girò con studiata lentezza, quasi con impertinenza. Finalmente si accorse di me e si degnò di fissarmi, con due occhi neri e freddissimi.” Il capitano Brassard, donnaiolo e bevitore, alloggia in una locanda dove incontra Albertina, e subito capisce che non sarà la solita avventura di una notte. Brassard e Albertina sono i protagonisti di “La tenda cremisi” scritto nel 1874 da Jules-Amedée Barbey d’Aurevilly che diede il suo contributo al personaggio della donna per la quale si può uccidere e morire. I francesi la chiamano “femme fatale”, gli americani “dark lady”. Berbey d’Aurevilly scrisse anche “La felicità nel delitto” dove l’affascinante e amorale Altichiara tiene lezioni di scherma. “C’era forse ostentazione in quel modo di mostrarsi, o meglio di nascondersi, che eccitava le fantasie curiose? Possibile, ma nessuno sapeva, nessuno poteva dirlo.” Poi venne il cinema, e la dark lady divenne una presenza costante del genere noir, con Yvonne de Carlo in “Doppio gioco”, Theresa Russell in “La vedova nera”, Olivia de Havilland in “Lo specchio oscuro”, Kathleen Turner in “Brivido caldo”. Nel mondo dei fumetti spesso  una storia o una serie deve  parte del suo successo all’affascinante malvagia, ricordiamo Dragon Lady in “Terry e i pirati” di Milton Caniff, e la pilota di caccia Lady X, e Lady Rowena a cui Corto Maltese rende omaggio davanti al plotone d’esecuzione, e poi la capobanda Lola Fuente che muore tra la braccia di Tex dopo aver cercato più volte di ucciderlo. “Ho voluto barare al gioco della vita, ho perso e ora la nera signora viene a reclamare la vincita. “Se andiamo indietro nel tempo troviamo Jezabel, perfida e dissoluta regina fenicia, Giuditta, che sedusse e decapitò nel sonno Oloferne, Dalila che tradì Sansone. Non sempre vince, a volte perde e muore, ma sempre con dignità. Con la dark lady si può anche ridere, come fa il regista Robert Zemeckis con Jessica Rabbit. “Non sono cattiva, mi disegnano così.” I racconti “La tenda cremisi”, “La felicità nel delitto” e altri racconti di Barbey d’Aurevilly sono raccolti e pubblicati sotto il titolo “Le diaboliche”. Buon ascolto.

 




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