Macerie su Macerie – 14.12.2020 – TRAP, PERIFERIA E PRIGIONE

Si susseguono presidi e incursioni per qualche saluto davanti al carcere delle Vallette da parte di parenti dei detenuti e solidali; la struttura è ancor più blindata, racchiusa dalla cortina dei dati mendaci sul contagio diffusi dal ministero e dall’amministrazione della pandemia all’interno.

A Macerie su Macerie alcuni aggiornamenti riguardo alla situazione carceraria e un accompagnamento musicale che mostra sincronicità e compresenza tra alcuni pezzi di periferia e le patrie galere, la vita di chi finisce dentro non spiegata con numeri e statistiche e neppure con la cronistoria dei corpi nella trappola di un blindo, ma attraverso la voce autonoma di chi canta, o per meglio dire, trappa la propria versione della storia.

“Ancora no non ho parlato, fra di galera
Raga almeno fate parlare chi dentro c’era
Mica questo frate che s’è fatto una sera
Quando facevamo le rivolte lui dov’era”
 Cella 1, Baby Gang

La Trap delle strade è un universo di parole difficile da digerire, talvolta si presenta come singulto o col ritmo cadenzato tipico del conato, come se il mondo illuminato dalle ideologie del successo, delle stories patinate dei ricchissimi venisse rivomitato nelle sue forme oscene e, in quanto tali, ricche di una verità che, ancor prima di ferire, urta. Nella Barriera di Milano c’è una letteratura sociale spuria che proprio dai ragazzi cresciuti al Ferrante viene fuori, molti sono i pezzi dedicati a una persona cara incarcerata, il padre, un fratello o un compagno di scuola e di scorribande in un confine incerto che non separa l’infanzia dall’età adulta invischiata nei casini con la legge.

 

“La fame dentro gli occhi di sti bravi raga,

Molti stanno ancora dentro,

Molti taglian’ cioccolada.

Fanculo le manette,

Dentro queste popolari, una casa fa per sette”

Fame I, Zeta Cooper

 

I ragazzi che taglian’ cioccolada sono gli stessi che sognano di fare i soldi come chi ha sfondato, la distinzione tra soldi facili e difficili non si pone in questo orizzonte, ma è la disillusione che sottende ogni verso e risulta più chiaro comprendere come sia il vil denaro alla fin fine a segnare la differenza tra socialmente accettabile o no, tra Sfera e chi ai Giardini Ex-Gft fa dentro e fuori da quando era poco più che un bambino. Cosa si intravede negli occhi di tanti adolescenti afrodiscendenti quando vengono fermati in periferia dalle forze dell’ordine che, oltre ai documenti, chiedono loro prepotentemente quanti soldi hanno in tasca? Difficile saperlo, eppure non si può biasimare la soddisfazione di chi un giorno può rispondere che non ha cinque euro, bensì la carta di credito.

 

“Tra smazzare e rubare

ho provato tutte le strade

lavori da minore

cresci dento al Ferrante

Questa vita dove nasci

è solo una botta di culo

o sei figlio di Ronaldo

o sei figlio di nessuno”

KASN, Yakuza

 

 




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