Macerie su Macerie – 6 luglio 2020. Piccola storia delle politiche abitative dal 1949

La crisi acuita ed evidenziata dal Covid-19 mostrerà i segni più feroci solo nel futuro prossimo. In questa luce l’emergenza occupazionale di queste prime settimane pare essere l’antipasto di un 2021 in cui in buona parte dei paesi occidentali si vedrà crollare definitivamente l’organizzazione dei servizi sociali del secolo scorso.

Uno dei terreni maggiormente delicati è ed è stato quello della casa: il lockdown e lo stop parziale delle attività produttive ha delapidato le risorse già incerte di buona parte della popolazione e tante famiglie, ancor prima delle azioni di governo, hanno smesso di pagare l’affitto. Per correre ai ripari il principato di Conte ha promulgato un momentaneo blocca-sfratti, da qualche giorno prolungato fino al 31 dicembre, una misura che cerca di prender tempo e di regolamentare la morosità degli affitti che avrebbe rischiato di diventare velocemente strutturale, condivisa e accettata.

Se nel 2021 i nodi delle politiche governative e della crisi economica verranno al pettine così com’è facilmente immaginabile, ci si augura sia un’occasione per una nuova conflittualità sociale in grado di rimettere sul piatto della contesa con padroni e governanti i reali temi su cui si basano le linee d’esclusione e di classe, non ultimo proprio quello della casa.

In questa puntata di Macerie su Macerie, un condensato excursus storico sulle politiche abitative dal dopoguerra, per mostrare il nesso tra i piani dello Stato e l’andamento economico nella logica della riproduzione sociale. Lontano dalla retorica del diritto di una certa sinistra, dalla legge Fanfani al Piano Renzi percorriamo in volata settant’anni di gestione statuale della questione “casa”.

 

Nell’immagine i casermoni di c.so Cosenza appena ultimati nel 1953 (Piano INA- Casa)




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