Macerie su Macerie – PODCAST 5/05/2025 – Urbano e zone rosse
Le zone rosse hanno oramai una loro lunga storia e sono diventate nel corso degli ultimi mesi la principale strategia di controllo e gestione delle parti cittadine ritenute “difficili”.
Da misure di prevenzione attuate per difendere i capi di stato durante i grandi summit come il G8, sono poi state utilizzate per difendere le zone di interesse strategico nazionale e negli anni hanno fatto capolino nei quartieri. Concepite originariamente per un territorio di guerra, la loro finalità rimane quella di costruire degli spazi sicuri al movimento delle truppe e per le attività della popolazione collaborante (le cosiddette Green zone). La teoria delle zone rosse è quindi funzionale all’instaurarsi di una specifica dialettica tra spazi sicuri e spazi insicuri.
La loro adozione nelle procedure amministrative di pubblica sicurezza è diventata ormai legge e norma consolidata, svelando una concezione della città che non è più riassumibile semplicemente nello schema centro/periferia o nella divisione netta tra aree ricche e aree povere, ma è un campo poroso, talvolta puntiforme; in uno stesso quartiere, in uno stesso rione, nel giro di pochi isolati – proprio come nella città in guerra – possono coesistere punti di ricchezza, di nuovi cicli di investimento e poco più in là zone considerate di degrado, pericolose, da pattugliare.