New Age Music: stampe private ritornano alla luce

Musica illegale, segreta, nascosta. Prodotta fuori da ogni canale commerciale, senza etichetta o produttore, semplicemente realizzata. E musicisti, anonimi e non professionisti. Una storia lunghissima con due ingredienti base che si è riprodotta attraverso scansioni mutanti lungo tutta la storia della musica popolare.
Queste due coordinate base sono indispensabili per orientarsi in un corpus minuscolo, caldo e domestico. “I am the Center, private issue new age music in America 1950-1990”, raccoglie sotto la preziosa Light In the Attic, 20 esercizi casalinghi di composizione, incentrati su un suono inesistente, che molti anni più tardi abbiamo conosciuto, appunto, con il nome di new age music o music for relaxation.
I pezzi qui presentati, salvo rare e comunque ben sotterrate eccezioni (su tutte l’incredibile collaboratore di Brian Eno, Larajii), sono tassativamente provenienti da stampe private, realizzate in pochissime copie, per il beneficio, chissà di amici e affezionati a cui il disco confezionato tra le pareti domestiche in un buco di culo d’America, avrebbe dato un piacere persino maggiore di quelli licenziati dalle case discografiche. C’è sicuramente anche questo senso di dipendenza da relazioni di prossimità tra musicista e ascoltatore, oltre ad una sconvolgente capacità compositiva anche con mezzi di fortuna  dietro alle storie di cui parliamo. Sono melodie telecomandate, corde e tasti dolcemente premuti per una amata o per un caro amico lontano. Le più fortunate sono diventate musiche da film o mangime per collezionisti visa-oro, quelle più sfigate sono state dimenticate in un reel-to-reel in qualche cantina. Ma il postmoderno non dimentica e soprattutto non rifiuta, dando a tutti una seconda chance. In questi anni di sconvolgente riscoperta di certi suoni (la stagione vapor-wave, new cosmic e hauntologica che ci beviamo continuamente), queste canzoni sembrano di accecante contemporaneità. Light in the Attic, trendsetter underground capace di indirizzare financo il taglio dei capelli ai giovani indie americani, anzichè lasciarle in mano ad un mercato di ricchissimi collezionisti, li fa rientrare dalla finestra in edizione economica. Rinforzando così il progetto originario di queste composizioni. Quando ancora non si chiamava new age, era musica per terapie spirituali, capace di raccontare dejavù attraverso i suoni.
Dove si respira aria così rarefatta, non si può che stare meglio, insomma, una boccata inebriante, uno spazio libero, per continuare a muoversi nei meandri delle now music. E poi sembra ancora “fatta su misura per te”: vi è mai capitato di pensarlo magari mentre ve ne stavate in gioventù sdraiati per terra ad ascoltare Celestial Journeys o Inner Sanctum?
grande colpo, quindi. Vaporize!




Radio Blackout 105.25

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