Oltre gli argini: storie di fiumi

liberation front

Una puntata completamente dedicata ai fiumi, in cui si indaga la loro ecologia, la malagestione cui sono sottoposti e le conseguenze ovviamente disastrose che si accavallano anno dopo anno in una lista lugubre di distruzione di ambienti naturali e umani.

Il caso più recente, l’alluvione del fume Misa avvenuta nella notte tra il 15 e il 16 settembre 2022 nel marchigiano, ha contato diverse vittime, feriti e sfollati. La rivista Malamente ha dedicato gran parte dell’ultimo numero a questo evento. Purtroppo è solo l’ultimo dei sempre più numerosi casi di esondazioni disastrose, che in modo criminale sono imputate unicamente all’effetto del cambiamento climatico. La realtà è che una gestione fluviale miope, semplificante e artificializzante, unita a un sempre più omologante sfruttamento del territorio dei bacini fluviali, hanno reso incapaci questi ecosistemi di far fronte agli eventi ambientali più estremi.

Fabio Taffetani, docente di botanica ed esperto di ecosistemi fluviali, denuncia in più occasioni l’inadeguatezza delle attuali pratiche di gestione dei fiumi italiani. I protocolli seguiti spesso non fanno altro che aggravare gli effetti delle esondazioni con la scusa della “messa in sicurezza” dei fiumi, che vengono irreggimentati in configurazioni sempre più semplificate. Argini artificiali, rimozione sistematica di materiale organico, raddrizzamenti dell’asta fluviale, deviazione delle acque, messa in secondo piano della biodiversità e della complessita di un ecosistema riccamente strutturato: sono solo alcuni degli errori che autolesionisticamente si compiono nell’attuale gestione fluviale. L’intervista a Fabio si svolge con ricchezza di esempi e particolari partendo dalla ricostruzione delle condizioni che hanno portato all’esondazione devastante del Misa, alla descrizione dell’ecosistema fluviale e, infine, alla valutazione critica della sua gestione in Italia. Potete ascoltarla qui:

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Poi, con John Fahey in sottofondo, qualche lettura da “Storia di un ruscello” di Élisée Reclus, geografo anarchico francese, secondo il quale è nella natura che risiedono la libertà e la possibilità di un’alleanza tra società umane e territori:

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