Simbiosi ovunque

liberation front

In continuità con la precedente puntata, dedicata alla nuova corrente della genetica che rifiuta il determinismo del gene (https://radioblackout.org/podcast/la-concezione-anarchica-del-vivente/), ci affacciamo al tema della simbiosi.

Il fenomeno della simbiosi è onnipresente in natura, ma è stato per lungo tempo ignorato dalle scienze biologiche e dalla genetica. Il primato della genetica tradizionale, incentrata sul genoma come principale nodo evolutivo, fa sì che sia la condivisione o meno dei codici genetici a discriminare ciò che è “noi”  e ciò che è “altro. Questo ha portato a non comprendere il potrenziale evolutivo delle improbabili connessioni che si creano tra esseri viventi appartenenti a categorie tassonomiche anche molto lontane. Dentro il nostro corpo di umani, per esempio, si aggirano milioni di cellule “non-self”, che compongono cioè organismi che noi ospitiamo: batteri, funghi, anche virus. I microrganismi, se li si vuole osservare con la dovuta attenzione, fanno simbiosi continuamente. In alcuni casi, queste simbiosi divengono permanenti e danno vita a nuovi tessuti, nuovi organi, nuovi individui – e anche nuove specie!

Lynn Margulis, autrice, tra il resto, di  “Symbiotic Planet. A new look at evolution” (2008), ha dedicato la sua vita allo studio della simbiogenesi, ovvero l’evoluzione di forme di vita attraverso simbiosi. Attraverso la lettura di qualche passaggio del libro, ricostruiamo le numerose decostruzioni rese possibili dalla comprensione della simbiosi e le resistenze che le nostre teorie consolidate ancora pongono a questa nuova concezione.

Symbiosis and cell evolution: Lynn Margulis and the origin of eukaryotesChe implicazioni ci sono per la nostra visione del mondo, per il nostro modo di relazionarci all’altro? Stefania Consigliere ci viene in aiuto nella seconda parte della puntata con la lente dell’antropologia medica, che unisce le esperienze maturate nelle nuove teorie biologiche con quelle delle altre culture umane, non invischiate nei nostri stessi schemi concettuali e portatrici di sguardi, pratiche e batteri(!) diversi. Contatto fisico, attaccamento, incorporamento, unicità, varietà, antidogmatismo e festa: sono solo alcuni elementi entrati in gioco nella costruzione di un discorso diverso da quello – pesantemente individualista e competitivo – che viene sempre fatto.

 

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