StakkaStakka 18 Aprile 2023 – Diritto alla Riparazione
Stakka Stakka
intervista con Cristina Ganapini, coordinatrice della campagna Right to Repair Europe.
Abbiamo toccato diversi temi, ecco la traccia delle domande:
Il 22 Marzo la commissione europea ha adottato una nuova proposta per la gestione del “Diritto alla riparazione”. Dato che sui media italiani questa notizia e’ stata praticamente ignorata andiamo subito nel merito del provvedimento per poi allargarci a considerazioni piu’ ampie. Puoi descriverci cosa contiene questa proposta e quali saranno i prossimi passaggi del suo iter legislativo? Se dovesse essere approvata sara’ applicata automaticamente su tutto il territorio dell’unione europea oppure dovra’ essere ratificata dai singoli stati?
Facciamo un passo indietro, in Europa alcuni paesi o anche amministrazioni locali hanno portato avanti diverse iniziativie negli ultimi anni, voi avete coperto in particolar modo le esperienze austriache, svedesi e francesi. Ci puoi descrive in cosa consistono e se si possono gia’ tirare delle conclusioni sul loro impatto?
Andiamo oltre oceano, e’ passato un anno da quando una legge per il diritto alla riparazione e’ stata approvata negli stati del colorado e new york. Sembra che in un certo senso abbia fatto scuola nel promuovere delle false soluzioni e consolidare il “business as usual”, infatti grazie ad alcune gabole inserite all’ultimo minuto dai rappresentanti dei produttori industriali queste leggi sono praticamente inapplicabili. Sono diventati famosi i kit per la riparazione della apple, costosissimi, per cui bisogna versare cauzioni esorbitanti e che vengono recapitate dopo settimane.
Sembra che un tratto comune di queste iniziative legislative sia quello di considerare la riparazione esclusivamente dal punto di vista fisico, dell’hardware, ma negli ultimi anni chi influsce di piu’ sulla vita, ma soprattutto sulla morte dei dispositivi, e’ il software. L’espressione “obsolescenza programmata” e’ diventata abbastanza di uso comune per riferirsi alla “morte funzionale” di un dispositivo, ovvero anche quando l’hardware e’ perfettamente funzionante il software incomincia a funzionare male o non ricevere nuovi aggiornamenti.
Un secondo elemento meno conosciuto, ma che potrebbe essere decisivo nei prossimi anni e’ quello della “verifica delle componenti fisiche”, questo potrebbe permettere ai produttori di non usare componenti non originali o installate senza il loro permesso.
Questo tipo di iniziative (anche quelle sotto forma di incentivi) sembrano scaricare sempre di piu’ la responsabilita’ ed i costi verso l’utente finale senza provare in nessun modo ad intaccare i margini delle grandi aziende. Sara’ anche questo un tassello nel puzzle di un economia green di lusso per soli ricchi?