sull’industria turistica
liberation front
A Bologna la magistratura ha colpito il collettivo di lavoratori Il Padrone di Merda affibbiando 5 divieti di dimora e 13 denunce agli attivisti in maschera bianca, il volto neutro utilizzato per andare a contestare padroni e padroncini fuori e dentro ai localini chic della Bologna dell”eccellenza gastronomica”.
Il PdM nasce come pagina facebook dove recriminare contro gli abusi, le molestie o i mancati pagamenti nel settore della ristorazione (e non solo), diventando poi un vero e proprio movimento autonomo sociale in cui la forza collettiva e trasversale dei lavoratori ha permesso di screditare i locali e, ancor più importante, recuperare i soldi dovuti ai lavoratori. Un esperienza dal basso che ha portato grandi risultati, laddove i sindacati non si sono mai neppure voluti addentrare. A testimoniare la pericolosità (per i padroni) di questo movimento il numero di accuse stilato dalla magistratura, da estorsione e a violenza privata.
ne parliamo con Davide:
La crisi epidemiologica del Covid è stata la prima crisi globale che doveva essere affrontata collettivamente senza una pianificazione di lungo termine, ma i risultati sono stati catastrofici: ogni Stato si è barricato all’interno dei suoi confini e anche il trattato di Schengen è stato annullato dall’oggi al domani senza alcuna decisione ne strategia comune.
Egualmente per le riaperture, coincidenti con l’avvio della stagione turistica, ogni Stato sta decidendo autonomamente. Il turismo è considerato come una boccata d’aria fresca per l’economia: liquidità e risorse immediate. Un piatto succulento che ha generato una competizione tra i vari Stati.
Germania e Austria, ad esempio, stanno creando un corridoio sanitario per far giungere i loro cittadini in Croazia e in Grecia, avvalendosi di un rapporto migratorio/commerciale/politico ormai radicato da decenni. L’Italia invece si prepara ad accogliere i turisti Russi e Cinesi, dal Cremlino si vocifera di finanziamenti per far dell’aeroporto di Fiumicino lo scalo principale dalla Russia (e dunque anche dalla Cina). Accordi che hanno conseguenze politiche e di relazioni internazionali profonde. Anche il turismo è diventato a pieno titolo uno strumento di obbligazione politica che uno Stato esercita su di un altro Stato per poter porre una pressione sulle scelte politiche e commerciali interne ai governi.
Ne parliamo con Igor Pellicciari professore di storia delle relazioni internazionali
Dicevano che il Covid sarebbe stata la pietra tombale di AirBnb, invece sembra che questa piattaforma non ne sia stata minimamente colpita, soprattutto per la capacità di esternalizzare i costi e far ricadere le spese sugli host, e se non sarà lo specifico sito a resistere, rimarrà ben saldo il modello del capitalismo delle piattaforme. I più colpiti sono stati prevalentemente i piccoli host, coloro che affittavano case e stanze per coprire le spese o ricevere qualche entrata. Discorso completamente diverso per le società di multi-hosting che hanno avuto la possibilità di rilevare nuovi appartamenti a prezzi ancor più bassi, per poi ripartire ancor più forti di prima.
Questa pandemia ha mostrato quel che sono diventati i nostri centri senza turisti: zone fantasma. Senza turisti, studenti e professionisti a progetto, i centri storici si sono clamorosamente svuotati, costringendo anche la gran parte delle attività ad abbassare le saracinesche. Occorre sorpassare la visione meramente commerciale delle città, con tutta la retorica di decoro, di pulizia, di sicurezza e ora anche di sanificazione, concetti buoni soltanto all’idea di smart city, la città senza abitanti. Restituire al città ai suoi abitanti, con politiche abitative inclusive e accessibili a tutti/e. Far vivere i quartieri di vita propria e non come uno spettacolo degno solo di essere fotografato.
Ne parliamo con Filippo Celata professore di geografia economica