Testimonianza di un medico dal Sud Sudan

Scritto dasu 24 Dicembre 2014

La mattina del 23 dicembre abbiamo avuto ospite in studio Margherita, già attivista nel movimento torinese e reduce da un’esperienza di due mesi (agosto e settembre) in Sud Sudan in un ospedale di Medici Senza Frontiere.

Il Sud Sudan è uno stato nato tre anni fa, nel 2011, da una secessione dal Sudan al termine di un lungo conflitto. Le due principali etnie che lo abitano, i Dinka e i Nuer, prima combattevano il governo centrale sudanese, ora invece si fanno la guerra tra loro; si tratta di un’ostilità che esiste da sempre per quanto riguarda il possesso dei capi di bestiame, risorsa fondamentale dell’economia rurale della zona, ma che ora si è approfondita per il controllo dei pozzi petroliferi. E’ facile immaginare che dietro le quinte di questo conflitto vi siano gli interessi delle varie potenze straniere nello sfruttamento delle materie prime della regione.

La zona di guerra è quella corrispondente all’ovest del paese, lungo il corso del Nilo. L’ospedale di MSF nel quale Margherita ha prestato il suo soccorso si trova invece a est, nel “Warrab State”, ed era rivolto soprattutto a madri e bambini, che sono affetti cronicamente da varie infezioni e soprattutto dalla malaria che continua in quest’area a mietere moltissime vittime.

In Sud Sudan lo stato è pressochè assente, la società è strutturata secondo un ordinamento tribale e un’economia di villaggio, nei centri urbani (soprattutto la capitale Juba) le uniche risorse in più sono quelle erogate dalle ONG, il cui ruolo si può ironicamente definire come di “colonialismo umanitario”, anche se tra queste MSF è tra le realtà più sincere e lontane dai casi di corruzione e dunque tra le più consigliabili per chi vuole vivere un’esperienza in regioni che altrimenti sarebbe ben difficile conoscere da vicino.

Di questo e altro abbiamo parlato nell’intervista:

sudsudan

 

 


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