B&B omofobo: nè gay né animali

Scritto dasu 25 Luglio 2017

«Non accettiamo né gay, né animali». È la risposta che il titolare di una guest house di Ricadi, nei pressi di Tropea, ha dato a una coppia gay di Napoli che voleva trascorrere un weekend al mare sul Tirreno. Dopo aver regolarmente prenotato online, la coppia ha contattato il proprietario su Whatsapp per chiedere ulteriori informazioni. Alla fine del breve dialogo in chat arriva la precisazione del titolare: «È il primo anno che fittiamo e la depandanza è nuova nuova… finita a maggio. Importante e mi scuso se posso sembrare troglodita. Non accettiamo gay e animali. Mi perdoni ancora».
«Quando ho letto questo messaggio mi è cascato un silos di acqua gelata addosso – ha detto Gennaro, uno dei due giovani – Nella mia mente si è materializzata l’immagine dei cartelli nazisti esposti fuori ai negozi, con i quali si proibiva l’ingresso ai cani e agli ebrei».
Poteva finire in nulla: rabbia, qualche messaggio tra amici, una storia amara tra tante altre, subite o raccontate da altr*.

 

Invece no. I due ragazzi hanno deciso di rendere pubblico il rifiuto omofobo.

 

Il gestore del B &B, Filippo Mondella, era stato coinvolto in un’inchiesta di ’ndrangheta. L’uomo, 44 anni, originario di Francica, era nel processo «Black money». Il Tribunale di Vibo ha dichiarato prescritto il reato di intestazione fittizia di beni.

 

Ieri è stata diffusa la notizia che a Napoli a due trans è stato imposto il daspo urbano ed una multa, applicando la legge Minniti sulla sicurezza urbana. Le due ragazze stavano chiacchierando davanti ad un tabaccaio nei pressi della stazione Garibaldi, quando sono finite nel mirino delle forze dell’ordine statale. La loro presenza è indecorosa, la loro vita è indecorosa. Con una veloce equiparazione tra transessualità e prostituzione i militari dell’Operazione “strade sicure” che da otto anni affiancano polizia, carabinieri e guardia di finanza nella gestione dell’ordine pubblico, le hanno messe al bando. Cacciare quelle due ragazze dal quartiere serve a normalizzare lo spazio sociale, marginalizzando – anche fisicamente – chi offende il “decoro”. Nelle strade d’Italia è tornata la “Buoncostume”, la polizia che un tempo di occupava di reprimere e nascondere la prostituzione.

 

Questi episodi ci raccontano di un paese dove il clima politico e culturale sta peggiorando. Nuove e vecchie categorie umane finiscono nel mirino della repressione, dell’odio verso i diversi che non esitano a mostrarsi per quello che sono.

 

Un paese dove la propaganda omofoba, razzista, transfobica, trova vecchi e nuovi corifei: fascisti, leghisti e cattolici integralisti…
Ne abbiamo parlato con Maurizio del circolo glbtqi “Maurice” di Torino.
É stata una buona occasione per sviluppare una riflessione che andasse oltre gli episodi di cronaca, per investire un corpo sociale dove la reazione alla libertà femminile e delle persone glbtiq è spesso molto violenta. Il frantumarsi dell’ordine patriarcale ha scosso alle radici la rappresentazione di se di tante persone.

 

Piccoli e grandi episodi di omofobia dimostrano che la strada da fare è ancora molto lunga.

 
C’è chi si illude che basti una legge, c’è chi invece ritiene che solo l’azione diretta possa dare forza e consapevolezza a chi ha deciso che la visibilità è politica.
Ascolta la diretta:

 

 

2017 07 25 omofobia maurizio


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