CPR: A BRINDISI ANCORA UN MORTO, A TORINO BRUCIA IL LAGER DI CORSO BRUNELLESCHI.
Scritto dainfosu 5 Maggio 2025
Un uomo di origini nigeriane di 37 anni, che era recluso nel CPR di Brindisi-Restinco dallo scorso gennaio, è morto nella notte tra l’1 e il 2 maggio. Le cause del decesso non sono state rese note. L’uomo lavorava come bracciante in Puglia nelle campagne dove lo sfruttamento della manodopera straniera alimenta l’industria alimentare del tanto celebrato made in Italy. Aveva la busta paga e un permesso di soggiorno appena scaduto, si era recato in questura per regolarizzare la sua posizione. L’invito a presentarsi in questura era una vera e propria trappola, visto che, da lì, è stato portato nel lager di Brindisi, dove è morto. Abel, così si chiamava, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo. Il suo precedente avvocato era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. Come è stato possibile che un Giudice di Pace abbia convalidato il trattenimento sulla base di questi elementi? Chi ha accertato le condizioni di salute per definire idoneo il trattenimento? Che tipo di assistenza sanitaria ha ricevuto durante il periodo della detenzione? Hai mai avuto accesso ad un medico curante all’interno del CPR? Gli sono stati somministrati farmaci o psicofarmaci? Per chi conosce la realtà di abusi e arbitrarietà dei CPR è l’ennesima morte annunciata: un’altra vita stroncata dal razzismo istituzionale che si incarna nei CPR, veri e propri non-luoghi di tortura amministrativa, dove i diritti cessano di esistere e la dignità umana viene quotidianamente calpestata.
Intanto nel Cpr di Torino, appena riaperto dopo che era stato reso inutilizzabile dai migranti ivi rinchiusi ormai 2 anni fa, una rivolta scoppiata tra il 30 aprile e il 1 maggio ha reso già inagibile una parte della struttura. Stando ai racconti dei residenti e solidali accorsi sul posto, dall’area “viola” si è alzata una lunga colonna di fumo. Un ragazzo trasferito all’ospedale è riuscito a fuggire. L’unica soluzione possibile è che questi lager vengano chiusi da dentro e con il fuoco della rivolta, come è successo nel Febbraio 2023. Dinanzi a questo, il minimo – ma necessario e irrinunciabile – che possiamo fare noi è essere presenti da fuori per trasmettere tutta la forza della solidarietà ai reclusi.
SABATO 10 MAGGIO ORE 18:30 appuntamento in Corso Brunelleschi angolo Via Monginevro.
Ne parliamo una compagna dell’assemblea contro carcere e Cpr.