SE HO VINTO / SE HO PERSO*
Scritto dainfosu 1 Luglio 2010
Nel film “I love Radio Rock” (The boat that rock head), l’omonima radio pirata (ispirata all’esistente Caroline) era relegata su un mercantile al largo delle coste inglesi e diffondeva il suo segnale pirata in tutta la “perfida” Albione, seminando qua e là nell’etere perle della storia della musica.
La radio salpa per le rotte pirata fino a quando il mercantile non affonda, trascinando l’emittente, ma non il suo suono e la sua attitudine.
Radio Blackout non è su una nave, non è in mezzo al mare, e non è una radio pirata.
Oggi, 30 giugno 2010, scade ufficialmente il contratto di concessione che ci concede di stare nei locali dell’attuale (fino a quando?) sede.
Non abbiamo alcun pezzo di carta che ci garantisca un futuro.
Siamo in un limbo, non in balia delle correnti, peggio, in balia di voci di corridoio e di voci più o meno burocratiche che assicurano: “la prossima settimana” saremo a capo della vicenda. Una vicenda ormai datata, che ci ha portato alle orecchie di chi si era dimenticato di noi, sulle pagine dei giornali, nei posti amici e in posti che mai ci avevano ospitato e in piazza con oltre 20.000 persone.
Lo scenario burocratico che ci si para davanti, se applicato alla regola e con tempestività ben poco italica, potrebbe essere dei peggiori: chiusura, perdita della frequenza, fine, addio, ciao.
Stando invece a quanto a si sussurra alle nostre orecchie (e vostre – non abbiamo mai omesso niente né dai microfoni, né nei nostri comunicati), il sindaco Chiamparino avrebbe fatto retromarcia sulle sue posizioni, accettando un rinnovo di concessione d’affitto (i classici 4 anni). Il tutto dopo una serie di irrazionali tabelle e valutazioni che stimano l’immobile con una valore di 13 mila euro, ma che ci fanno perdere tutti i diritti che ( secondo le loro vecchie regole) ci concedevano l’affitto agevolato al 10% di costo.
Probabilmente quattro anni di contratto, al 50%; in soldoni, corrispondenti a circa 600 € mensili.
Meno delle quote commerciali tradizionali, poco più alto di un’affitto di un appartamento qualsiasi, una cifra impossibile da affrontare per Radio Blackout.
Tuttavia non ci sono certezze, possiamo fare solo supposizioni. Restiamo nel nostro limbo.
La realtà supposta potrebbe essere questa: una retromarcia su posizioni già prese, un piccolo contentino per la destra sbraitante con l’aumento dell’affitto e le posizioni di chi proprio non ne vuole sapere di avere voci contrarie, fuori dal coro, scevre e prive di qualunque tipo di velo. Voci senza editori, senza controllo da parte di agenzie pubblicitarie, senza nessuna genuflessione nei confronti della politica tradizionale di governo o di opposizione.
Ridicole paiono le condizioni di questo eventuale rinnovo di concessione. Ridicolo pensare che, alle casse comunali, servano quegli sporchi 4000 € di maggiorazione rispetto al nostro precedente affitto. Ridicolo e poco realistico, vista la realtà economica e sociale di Radio Blackout.
Di sicuro non rimarremo passivi, tutt’altro. Ora più che mai siamo forti e consapevoli delle nostre posizioni e del nostro operato. Consapevoli che il fastidio e il disagio creati siano nulla più e niente meno che quella polvere che sempre viene nascosta sotto il tappeto dai potenti.
Quella polvere che finisce sotto il tappeto della pacificazione sociale e che è formata: dai C.I.E., dagli immigrati, dai disoccupati, dai sottoccupati e dai precari. Polvere fastidiosa che a volte sfocia in rivolte e ribellioni spesso spazzate con mano militare.
Ora più che mai consapoveli di essere One Station Against the nation.
Spegni la censura, accendi blackout!
30/06/2010
LA REDAZIONE DI RADIO BLACKOUT
*Disco dei Kina autoprodotto da Blu Bus, 1989.
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