La nuova vita dei Cie, dalle chiusure annunciate alle ristrutturazioni taciute
Scritto dainfosu 23 Marzo 2015
Da un paio di mesi continuano all’interno del Cie di Torino i lavori di ristrutturazione, e anche se dentro il Cie mezzo vuoto gli animi dei reclusi sembrano abbastanza pacificati, fuori c’è qualcuno che ha intenzione di disturbare le aziende che hanno deciso di lavorare alla ristrutturazione.
Nei mesi passati abbiamo assistito all’indignazione generale, sui media mainstream, di politicanti e giornalisti, che si sono accorti, per un breve periodo, delle bestialità perpetrate all’interno dei centri di identificazione ed espulsione di tutta Italia. Per poche settimane abbiamo letto delle rivolte e delle proteste dei detenuti e qualcuno paventava addirittura le chiusura di questi lager di stato.
Per poche settimane, appunto, poi si è tornati al silenzio. Silenzio che ha nascosto agli occhi dei più la riforma dei Cie stessi, dalla riduzione dei mesi detentivi prima dell’espulsione (da 18 a 3), ai lavori di ristrutturazione di quelle strutture parzialmente danneggiate dall’interno, che solo per il Cie di Torino prevede una spesa di 120 mila euro.
Di tutto ciò non si parla più, ma c’è qualcuno che continua a portare solidarietà ai reclusi, che vuole urlare quello che tutti tacciono e che alla ristrutturazione dei Cie preferirebbe, giustamente, la loro distruzione.
Ne abbiamo parlato con Antonio, attivo nella lotta ai Cie.
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