Grecia. Sciopero nei call center
Scritto dainfosu 19 Marzo 2024
Lo scorso 13 marzo c’è stato il terzo sciopero generale dei lavoratori e lavoratrici dei call center – Teleperformance (TP), Webhelp, TTEC e FoundEver – nella penisola ellenica.
TP è la quarta maggior impresa del paese con più di 12.000 lavorator*, con un giro do affari di 413,4 milioni di euro e un profitto netto 57,2 milioni di euro nel 2022.
Il governo e la stessa compagnia presentano questa azienda come ambito di lavoro che garantisce il progresso del paese. Resta nascosta la realtà fatta di insicurezza sul lavoro, salari da fame, contratti a tempo determinato e dall’inaccettabile regime di visti per scopi speciali a cui sono soggetti i lavoratori immigrati.
I lavorator* sono sottoposti a ritmi di lavoro intensissimi sotto il costante ricatto del rinnovo del contratto.
Il costante aumento dei prezzi dei beni di prima necessità fa si che l’intero stipendio copra a malapena le spese per gli affitti e le bollette.
Queste le rivendicazioni della lotta dei lavoratori e lavoratrici dei call center:
– sostanziali aumenti salariali
– un contratto nazionale che ponga fine ai contratti a progetto e precari
– Abolizione del visto per scopi speciali per i lavoratori immigrati e rilascio di permessi di soggiorno. Pieno accesso al lavoro, alle prestazioni sanitarie e assistenziali, ai diritti pensionistici e all’iscrizione al fondo di disoccupazione per tutt*.
La TP si è rifiutata di negoziare ed ha fatto causa al Sindacato dei lavoratori delle telecomunicazioni e dell’informatica (SETIP), facendo leva sulla legge dell’ex ministro del lavoro Hatzidakis che impone a tutte le organizzazioni sindacali di registrare le informazioni personali dei propri membri.
A differenza di TP, Webhelp ha portato avanti le trattative per un contratto collettivo con il neonato sindacato dei lavoratori.
Ne abbiamo parlato con Leonidas da Atene
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