Slitta la riforma sulla legge 185 in materia di export di armi

Scritto dasu 13 Febbraio 2025

Il governo italiano ha promosso una riforma della legge 185 sull’export di armi e sui criteri previsti per vagliare i paesi nei quali l’Italia esporta armamenti. Già passata in Senato, oggi slitta a marzo la decisione sulla modifica a fronte di una quarantina di emendamenti proposti in aula.

Nonostante sia chiaro che la legge di per sé non sia stato un argine effettivo all’esportazione di armi in paesi in guerra e considerati paesi che violano i diritti umani, come nel caso di Israele, è importante sottolineare il fatto che la legge venga rimaneggiata proprio in questa precisa congiuntura, dove da un lato l’amministrazione Trump sollecita all’aumento della spesa militare e, dall’altra l’UE, esclusa dalla gestione dei negoziati relativamente allo scenario ucraino, punta alla militarizzazione come garanzia di sicurezza.

Inoltre, la modifica di legge creerebbe le condizioni per rendere ancora più opache le transazioni e i flussi di armi, oltre alla ricaduta dei benefici. In particolare, va sottolineato il ruolo della banche come principali finanziatrici dell’azienda bellica in cui primeggiano UniCredit e Intesa San Paolo, secondo i dati forniti dalla relazione del governo al Parlamento, lista che in caso di modifica della legge non esisterebbe più.

Approfondiamo con Francesco Vignarca, Rete Pace e Disarmo

 


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