SCIOPERO PRECARI UNIVERSITARI CONTRO I TAGLI E LA GUERRA
Scritto dainfosu 12 Maggio 2025
Sciopero nazionale dei lavoratori dell’università oggi 12 maggio. Lo sciopero è contro i tagli del governo Meloni che, mentre si impegna a riempire il Paese di nuovo debito finalizzato al riarmo e al trasferimento della ricchezza nazionale nelle mani dell’industria bellica, taglia le risorse per l’Università e per la ricerca (tranne ovviamente quelle finalizzate alla guerra); contro la riforma Bernini che prevede ulteriore precarietà per tutte le figure che lavorano all’Università e che non si vedono riconosciuto un contratto dignitoso e contro la condizione inaccettabile dei lavoratori che operano in appalto presso gli atenei, i quali sono costretti ad accettare condizioni di lavoro peggiorative rispetto a quelle che spetterebbero loro. Le Università e il mondo della ricerca sono, ormai da decenni, investite da un processo di riforme neo liberali che si traducono nella progressiva riduzione dei fondi, nell’aumento della precarietà e nel continuo ricorso all’esternalizzazione di molte funzioni fondamentali: dai servizi bibliotecari alle pulizie, al portierato. La riforma Bernini è attualmente sospesa (ma non ritirata) a causa delle fortissime proteste che si erano levate e di un esposto presentato alla Commissione Europea. Si tratta di una prima parziale vittoria e dell’indicazione che il solo percorso possibile per invertire la rotta è far crescere la mobilitazione e la protesta nelle università riunendo i lavoratori e le lavoratrici che si vorrebbero frammentare in una miriade di figure professionali in concorrenza tra loro.
La riduzione dei fondi pubblici è intesa a orientare le Università e i centri di ricerca verso i finanziamenti esterni ponendo il nostro sistema di formazione superiore al servizio di un complesso di interessi che punta cinicamente ad aumentare i profitti privati senza alcun riguardo verso l’interesse collettivo. Non a caso gran parte di questi progetti non prestano attenzione verso la qualità della ricerca e della didattica ma si orientano sugli interessi delle industrie, della “difesa delle frontiere” o sulla corsa al riarmo.
I lavoratori precari dell’università richiedono il taglio della spesa bellica e l’utilizzo di tali fondi per il finanziamento ordinario dell’università per la stabilizzazione delle figure precarie; veri concorsi nazionali, la fine del sistema baronale di valutazione dei precari e la fine del sistema degli appalti e la stabilizzazione del personale esternalizzato di tutti gli atenei.
Ne parliamo con Stefano Capello, della Cub.