L’informazione di Blackout
Pagina:491
La riforma del mercato del lavoro del governo Monti è stata definitivamente approvata dal parlamento ieri 27 maggio 2012. La norma più colpita è l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (l. 300/70) che prevedeva la reintegra del lavoratore illegittimamente licenziato nelle aziende che impiegano più di 15 lavoratori. Da oggi ciò non accadrà sempre, ma solo in alcuni casi: licenziamenti discriminatori o effettuati a causa della maternità o del matrimonio; licenziamenti disciplinari insussistenti o sproporzionati (ma in questo caso non spetteranno tutte le mensilità dal licenziamento fino all’effettiva reintegra: il tetto è di 12 mensilità). In caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (gmo), cioè dettato da motivi economici o comunque legati all’organizzazione del lavoro e della produzione, la reintegra potrà (e non necessariamente dovrà) essere applicata dal giudice cui è data totale discrezionalità al riguardo (anche qui con un limite del risarcimento a 12 mensilità) in caso di accertata “manifesta insussistenza” del motivo economico; negli altri casi spetterà un risarcimento da 12 a 24 mensilità. In ogni caso dal risarcimento andrà dedotto non solo quanto percepito dal lavoratore attraverso un altro lavoro dopo il licenziamento, ma anche “quanto avrebbe dovuto percepire dedicandosi con diligenza alla ricerca di una nuova occupazione”: è evidente il moralismo che sta dietro un inciso del genere. Prima però di licenziare per gmo dovrà essere stata esperita una procedura conciliativa avanti alla Direzione Provinciale del lavoro al fine di monetizzare il licenziamento: il verbale di questo tentativo di conciliazione finiranno nel fascicolo dell’eventuale causa ed il giudice dovrà tener conto anche del rifiuto di proposte conciliative in quella sede nella determinazione dell’eventuale indennità risarcitoria. Altra spia del moralismo sotteso a tutta la modifica del mercato del lavoro: bisogna essere flessibili, in entrata ed in uscita, sbattersi sul lavoro (se c’è) e sbattersi a cercar lavoro (quando non c’è). Insomma: tutta la vita al lavoro.
Ne abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro.
Da una settimana i lavoratori di un’azienda agricola nelle campagne tra Tortona e Castelnuovo Scrivia (provincia di Alessandria), in massima parte marocchini, hanno istituito un presidio permanente lungo la strada statale poichè da mesi non vengono pagati. La ditta per la quale lavoravano è stata chiusa dai carabinieri dopo che emerso che molti di questi lavoratori erano in nero. La solidarietà da parte degli abitanti del luogo va pian piano crescendo: questa mattina al mercato di Castelnuovo è in corso una raccolta fondi per permettere a questi lavoratori di proseguire la loro lotta. La maggior parte di essi è senza documenti, c’è la possibilità che grazie a questa mobilitazione ricevano un permesso di soggiorno legato al fatto di avere denunciato la propria condizione di schiavitù.
Tre potenti bombe carta di cui una inesplosa contro l’ex liceo Socrate di via Fanelli, ora adibito a presidio per l’emergenza abitativa dei migranti. Uno degli ordigni ha anche ferito gravemente al viso un ragazzo sudanese ospite della struttura. È questa la denuncia del collettivo di supporto alla causa, preoccupato per l’attentato a loro dire […]
Ieri martedì 26 giungo 2012 alle ore 5.30 un incendio di enormi proporzioni ha raso al suolo uno dei due padiglioni del C.S.O.A. Corto Circuito. In meno di un’ora le fiamme si sono propagate lungo l’intera struttura distruggendo completamente l’Osteria, la Sala Concerti e i laboratori della scuola popolare. Neppure l’intervento dei Vigili del Fuoco […]
Da oggi al prossimo lunedì (25 GIUGNO – 2 LUGLIO 2012) si terrà la tappa torinese della marcia europea dei Sans Papiers e migranti che dopo aver attraversato Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera, attraverserà l’Italia per poi chiudersi a Strasburgo al Parlamento Europeo. Sotto, programma e link Qui, una chiacchierata con Claudio del cs Gabrio […]
E’ avvenuto nella mattinata di ieri ma la notizia è iniziata a trapelare tra il movimento solo nel tardo pomeriggio. Ad un anno dallo sgombero della Maddalena e dal 3 luglio, il teorema giudiziario della procura della Republica di Torino, guidata da Gian Carlo Caselli non si ferma, e scattano nuove misure cautelari per gli […]
Riprendiamo l’intervista fatta ieri pomeriggio da http://www.radiondadurto.org a Patrizia Moretti perché ci sembre non ci sia molto da aggiungere alle parole, pacate ma dignitose, di una madre cui è stato ammazzato un figlio da cani rabbiosi che pretenderebbero l’impunità. “Che faccia da culo aveva sul tg, una falsa e ipocrita, spero che i soldi che ha […]
Oggi il mondo del lavoro si ferma contro l’attacco all’articolo 18, la controriforma Fornero e i sacrifici ingiusti e inutili imposti dalla Unione Europea. Cortei nazionali a Roma e Milano,alta l’adesione dei trasporti dove gli scioperi sono stati rilanciati anche dai Confederali, iniziative in tutta Italia. Nella capitale lo sciopero cade nello stesso giorno in […]
Il 13 Giugno su Il Fatto Quotidiano e di rimbalzo su altri organi d’informazione compare una notizia che riguarda il network indymedia. Le sezioni Indymedia di Piemonte e Toscana saranno oscurate dai provider italiani per un post comparso sui relativi siti, nel 2008. Nel post in questione vengono pubblicati, secondo la magistratura, parte dei “leaks” […]
La fabbrica Arvedi (Cremona), come tutte le altre, funziona per fare profitto con lo sfruttamento dei lavoratori e costituisce un problema per l’ambiente. La questione dell’emissione di diossina, micropolveri e microparticelle nella fabbrica del sig.Arvedi ha avuto, fra gli altri risultati, quello di far sorgere una sorta di pensiero unico e totalitario in difesa del […]
I risultati delle elezioni greche, che vedono il partito conservatore Nea Democratia prevalere, sia pure di misura, Siryza, la coalizione della sinistra radicale favorevole all’uscita dall’euro portano alla nascita di un governo di unità nazionale, tra i socialisti del Pasok e i conservatori di Nea Democratia.
Al di là dei giochi elettorali, dove la paura dei ceti medi, instillata da una propaganda martellante a favore del permanere nell’aeurozona, ha contribuito allo spostamento, sia pur lieve, dell’elettorato resta una crisi sociale durissima. I salari e le pensioni sono state diminuite drasticamente, i servizi fondamentali sono divenuti inaccessibili a strati sempre più ampi di popolazione, mentre i prezzi continuano ad aumentare.
Con salari balcanici e prezzi europei moltissime persone sono sprofondate nella povertà.
Una delle conseguenze della crisi, ma anche della volontà di emacipazione da un destino già scritto da FMI, UE e BCE, è il moltiplicarsi delle occupazioni, delle autogestioni di strutture produttive e di servizio abbandonate.
Un esempio paradigmatico è quello dell’ospedale di Kilkis, occupato e autogestito dai lavoratori. Si tratterà di capire nei prossimi mesi quale incidenza avranno queste esperienze di esodo conflittuale dall’istituito sulla situazione politica e sociale nel paese ellenico.
L’affermazione elettorale, sia pure in misura minore, dei nazisti di Alba Dorata rappresenta una sorta di reazione in chiave di chiusura nazionalista e razzista alla pressione globalizzante della governance transnazionale. Se a questo si aggiunge una legislazione europea che impedisce a profughi e rifugiati di trovare ospitalità fuori dalla Grecia e si ottiene una miscela esplosiva, sulla quale giocano i fascisti.
L’affermarsi a livello europeo di formazioni di estrema destra ci interroga sul fallimento delle istanze internazionaliste, che possono trovare nuova linfa solo nella materialità delle relazioni solidali.
Ne abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in condotta, ottimo conoscitore della Grecia, dove ha di recente tenuto un ciclo di conferenze.
Sabato e domenica si è svolto in Egitto il ballottaggio tra Mursi – candidato dei Fratelli Musulmani – e Shafik, ex primo ministro di Mubarak, uomo che promette la continuità laica con il regime precedente.
Il risultato definitivo della consultazione verrà reso noto solo giovedì: ne frattempo le due opposte fazioni si attribuscono entrambe la vittoria.
Questa consultazione si è svolta a parlamento sciolto dalla Corte Costituzionale, i cui membri sono stati designati dal precedente esecutivo: siamo di fronte ad un evidente scontro di poteri, tra vecchi e nuovi padroni dell’Egitto, tra ultraliberisti confessionali e conservatori laici ed autoritari.
Di piazza Tarhir, della lotta che ha visto protagonista una nuova generazione di egiziani, resta ben poco.
Anzi. Il nuovo Egitto ha dichiarato illegali le organizzazioni sindacali, che in precedenza, pur sotto il tallone della repressione, erano riconosciute dal regime.
Ne abbiamo parlato con Paolo Gribaudo, corrispondente dal Cairo del quotidiano il Manifesto.