frittura mista|radio fabbrica 29/11/2022

 

Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Montanari dell’USB sullo sciopero generale del 2 Dicembre 2022 e la manifestazione nazionale a Roma il giorno dopo: DOPO LO SCIOPERO GENERALE, IL 3 DICEMBRE TUTTE/I A ROMA! CONTRO LA GUERRA E IL CAROVITA: GIÙ LE ARMI, SU I SALARI.
Lo sciopero generale del 2 Dicembre indetto da USB e altri sindacati conflittuali per rivendicare una politica economica diversa, che tuteli il potere di acquisto degli stipendi e delle pensioni e non le spese per la guerra, che garantisca la sanità pubblica, la scuola e tutta l’economia pubblica invece di dirottare risorse verso la grande impresa ed il capitale, rappresenta, insieme alla grande manifestazione nazionale del 3 Dicembre a Roma, l’occasione giusta per le lavoratrici e i lavoratori della sanità per trasformare la delusione e la frustrazione in rabbia e aderire convintamente a queste due giornate di lotta e mobilitazione.

Buon ascolto

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Il secondo argomento della puntata lo abbiamo trattato con Lucrezia della testata giornalistica China Files, ovvero le proteste da parte degli operai della Foxconn in Cina, nella “I-Phone city” Zhengzhou. Infatti nelle settimane scorse abbiamo letto notizie riguardo a questi avvenimenti e visto filmati sul web, rappresentanti lo scoppio della rabbia di una massa di 200mila persone esplodere nei confronti delle forze dell’ordine e delle guardie del mega stabilimento  (il maggiore centro di assemblaggio di I-Phone al mondo). Queste mobilitazioni hanno dato il via ad una serie di altre proteste contro la gestione da parte del governo cinese della nuova ondata di Covid-19 in tutto il paese. Grazie al prezioso contributo della nostra ospite abbiamo sviscerato nel dettaglio i motivi e le conseguenze dietro a queste mobilitazioni di massa che stanno scuotendo la Cina.

Buon ascolto

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Il terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Eddy del Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre” scesi in piazza più volte a Napoli contro le modifiche al reddito di cittadinanza volute dal governo Meloni. Si è discusso di quanto la manovra del governo regala qualche migliaio di euro con la flat tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone, levandogli 500 euro al mese. Pensare che la priorità economica e sociale è l’attacco al reddito di cittadinanza in un Paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro, è chiaramente una visione classista. Un attacco palese, ma che cresce nel tempo anche da parte di altre forze politiche, come dimostra il taglio già esistente per chi ha scontato anche solo una condanna negli ultimi 10 anni. Il tentativo di contrapporre “occupabili e non occupabili”, “lavoratori e disoccupati” per alimentare la guerra tra poveri è evidente”.

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Radio Blackout 105.25

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