GUCCINI E MACCHIAVELLI – LA PERLA DI LABUAN 29/3/2019

Riccardo

“Il paese è cambiato nelle case, negli abitanti, nel paesaggio, nelle abitudini. Adesso è un posto di villeggiatura.” è la prima sorpresa per Benedetto Santovito, che torna al paese dell’Appennino tosco-emiliano dove tanti anni prima era stato maresciallo dei carabinieri, in “Un disco dei Platters” scritto nel 1998 da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. In cerca del meritato riposo, Santovito si trova invece coinvolto in una losca e fosca vicenda che ha avuto inizio nel 1944 e si intreccia con credenze e paure antiche, soprattutto la Borda, un essere che nessuno ha mai visto ma tutti sono certi che esiste in una pozza d’acqua, pronto a ghermire e divorare l’incauto che si avvicina. Passano dieci anni e in “Questo sangue che impasta la terra” Patrizia prega Santovito di cercare sua figlia Raffi, studentessa a Bologna, che non dà più notizie di sè. Santovito interpella i suoi ex colleghi e scopre che la ragazza è schedata. “Una bella serie di reati, di quelli che i giovani si sono specializzati a commettere perchè, dicono, é venuto il momento di sovvertire l’ordine sociale.” Prima del maresciallo in pensione Loriano Macchiavelli aveva creato la coppia di amici-nemici del brigadiere di polizia Antonio Sarti e del filosofo anarchico Rosas, sui quali era stata realizzata una serie TV di 13 episodi con Gianni Cavina. Nel 1997 Macchiavelli inizia il sodalizio con Guccini da cui nascono i 5 romanzi con Benedetto Santovito. Sullo sfondo sempre l’Emilia-Romagna e la storia d’Italia, dal brigantaggio alla guerra alla constestazione, passando attraverso i servizi segreti, le stragi e le antiche credenze che non muoiono mai e riappaiono quando meno ce lo si aspetta. “I tempi sono cambiati, le nuove generazioni non hanno più paura di niente, figurarsi della Borda.” Per i più curiosi c’é stato anche  il fumetto  del 1979 “Terrore dallo spazio profondo” scritto da Guccini e disegnato da Bonvi (il creatore delle Sturmtruppen) entrambi all’epoca già molto volenterosi e autoironici. Buon ascolto.




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