LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #4 – (Iran) Woman Life Freedom

La fine della fine della storia

A tre mesi dall’uccisione di Masha Amini, la rivolta iraniana non sembra mostrare segni di cedimento, nonostante la repressione brutale del regime che commina settimanalmente condanne a morte e repressione nelle strade.

All’indurirsi delle politiche di controllo dei costumi (che nella quotidianità avevano comunque cominciato ad allentarsi anno dopo anno) risponde un’estensione della protesta, che prende forme e modi diversi (anche nella sua repressione) a seconda che ci si trovi nelle lontane province abitate da minoranze etniche e/o religiose (Beluscistan, Kurdistan) o nei grandi centri urbani.

L’ultimo mese ha visto anche scendere in campo i lavoratori di uno dei settori centrali della tenuta dell’economia dello Stato, quello degli idrocarburi, in larga parte in mano ai Pasdaran, che alcuni ipotizzano potrebbero sostituirsi al Clero sciita in un sorta di golpe interno di recupero delle istanze della piazza (cfr infra).

Al punto in cui è giunto lo scontro sociale interno al paese, i centimetri di velo concessi sembrano essere una linea su cui l’élite della Repubblica Islamica non intende concedere compromessi, essendo diventato questo il precipitato politico di conflitto tra un ceto politico confessionale dominante ma in perdita di legittimità costante, schiacciato tra il peso della crisi economica e uno scenario internazionale ostile (sanzioni, appoggio alla Russia) e una società dinamica che bolle come una pentola pronta ciclicamente a scoppiare.

Abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Rassa Ghaffari, sociologa all’Università Milano-Bicocca

Ascolta il podcast

 

 

Approfondimenti:

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La rivoluzione dei lavoratori

Iran : « Mahsa: larme sacrée, colère sacrée, violence sacrée. »

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