Macerie su Macerie – podcast 6/02/2023 – Rivolta nei Cpr di Torino e Milano

Sabato sera nel Cpr torinese e ventiquattro ore dopo in quello milanese è scoppiata la rivolta.

In c.so Brunelleschi sono accorsi subito diversi solidali a far sentire la propria presenza ai reclusi in lotta. Davanti alle mura decine di mezzi dell’antisommossa, di vigili, volanti di ogni risma; da dentro colonne di fumo verso il cielo a mischiare l’odore di bruciato a quello acido dei lacrimogeni.

Le forze dell’ordine sono manco a dirlo arrivate tempestivamente a cercare di sedare gli animi, ma è facile ipotizzare non sia stato immediato il loro sporco lavoro a questo giro. Le testimonianze che trapelano dalle comunicazioni telefoniche, sempre più difficili ma continue tra detenuti e solidali, descrivono una rivolta avanzata in maniera generalizzata, una rabbia montante che ha portato ad appiccare il fuoco in tutte le aree, tant’è che si ipotizza che delle quattro attive solo la verde sia rimasta completamente agibile. Supposizioni a caldo, certamente, ma le speranze di un danneggiamento sostanziale nella capienza del centro potrebbero essere a questo punto molto realistiche. I rivoltosi infatti, dopo la vendetta del manganello e le vessazioni attraverso cui le guardie hanno cercato di ristabilire nella notte il loro misero potere, sono stati lasciati a dormire all’addiaccio o nelle salette comuni delle aree, segno questo di una situazione veramente scappata di mano e non gestibile nell’immediato. Nell’attesa di informazioni più certe, si è venuto a sapere nelle ultime ore che alcuni detenuti sono stati rilasciati, qualcuno è stato deportato. Che siano segnali anche questi ultimi di un centro, quello torinese, di nuovo a pezzi?

Intanto anche il Cpr di Milano in via Corelli, riaperto nel 2020 dopo essere stato distrutto dai reclusi e chiuso nel dicembre del 2013,  è andato in fiamme nella serata di domenica. I pennivendoli lombardi parlano di danneggiamenti ingenti per mano di quaranta sediziosi, parole di carta che in ogni caso fanno trapelare che anche lì c’è stato un momento di rabbia generalizzata, anche perché in questo momento a Corelli sono solo tre le aree attive (due sono in ristrutturazione), per un totale ridotto di 70 posti.

I Cpr funzionanti sono all’oggi dieci: Torino, Gradisca d’Isonzo, Milano, Ponte Galeria-Roma, Palese-Bari, Restinco-Brindisi, Palazzo S. Gervasio, Pian del Lago-Caltanissetta, Milo-Trapani, Macomer, per un totale di circa 1300 posti di reclusione.

Chissà che nei prossimi giorni la conta non risulti essere molto diversa, proprio grazie a un coraggio che non smette mai di stupire, quello di chi continua a dare esempi radicali di libertà.

 

 

 




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