ODISSEA ROSSA – LA PERLA DI LABUAN 13/12/2019

Riccardo

“Il 10 febbraio 1992 non sapevo chi fosse quell’Edmondo Peluso di cui Frederik Firsov, lo storico del Comintern, stava parlando.” Il libro “Odissea Rossa – La storia dimenticata di uno dei fondatori del PCI” contiene due storie. La prima è quella di Edmondo Peluso, militante del PCI, la seconda é quella del lungo lavoro della giornalista Didi Gnocchi per ricostruirla, tra documenti di vecchi archivi e dialoghi con vecchi militanti nell’arco di molti anni. Edmondo nacque a Napoli nel 1882, aderì con entusiasmo prima al PSI e poi al neonato PCI. Allegro e autodidatta, amava le belle donne e gli abiti eleganti, viaggiò tra Hong Kong, Shanghai, Macao e Manila facendo diversi lavori e imparando diverse lingue. Raccolse il suoi ricordi nel libro autobiografico “Cittadino del mondo” quale lui si sentiva. “Proposi al capitano di assumermi come segretario, ma lui mi disse che l’unico posto libero era alle caldaie. Quando la nave salpò, ero diventato il fuochista n. 18.” Durante una notte in un caffé di Oakland in California conosce Jack London, e poi Laura Marx e suo marito Paul Lafargue di cui apprezza “Il diritto alll’ozio”. La rivoluzione russa per Edmondo é un sogno che diventa realtà, l’inizio del mondo nuovo. Nel 1927 è a Mosca e insegna italiano all’Istituto Marxista-Leninista. Il 26 aprile 1938 l’NKVD (la polizia politica) lo arresta. L’accusa é una di quelle da cui é impossibile difendersi: nemico del popolo. Il 31 gennaio 1942 all’età di 60 anni é giustiziato con un colpo di pistola alla nuca. Nella sua ricerca Didi Gnocchi incontra alcuni personaggi straordinari. Nel 1999 alla Festa delle Vittoria sulla Piazza Rossa vede un gruppo di donne di una certa età con molte medaglie sul petto. “Erano le Streghe della Notte, che avevano seminato il terrore tra i tedeschi quando arrivavano a bombardare alla guida dei loro aerei.” Didi Gnocchi realizzò molti documentari tra cui uno sul neo-nazismo in Austria e Germania prima e dopo il crollo del Muro di Berlino e un altro sul dopo-Chernobyl. “Sei ancora di sinistra? mi chiese Serghej alla fine del lavoro. Sì, lo ero ancora, e volevo ancora ricordare.” Buon ascolto.




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