STEAMPUNK – LA PERLA DI LABUAN 8/5/2020

Riccardo



“Ho portato quel numero a un certo magistrato che conosco che l’ha passato alla Macchina, e quella ha stampato il tuo dossier in un momento.” Prima ci fu il cyberpunk, poi arrivò lo steampunk che consiste nell’immaginare “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima.” “La macchina della realtà” del 1990 di William Gibson e Bruce Sterling é ambientato nell’epoca vittoriana, tra carrozze, vaporetti e crinoline. Uno scienziato inventa un congegno capace di eseguire calcoli complessi e di immagazzinare enormi masse di informazioni. In assenza di elettricità, la Macchina é azionato dal vapore (“steam” in inglese). In “Vittoria” del 1995 di Paul Di Filippo un altro scienziato inventa una macchina per scrivere. “La carta scorreva sulla superficie di scrittura ed era raccolta in un rullo.” Ma qui la principale invenzione in anticipo è l’ingegneria genetica. Un tritone trattato in laboratorio assume aspetto umano e può sostituire la regina Vittoria sul trono del più grande impero del mondo. L’uomo ha tentato fin dall’antichità di costruire il suo simile, da Alberto Magno a Galileo Galilei a Blaise Pascal, fino ai primi automi come il Turco che nel 1769 batteva a scacchi giocatori umani di medio livello. Il Turco fu distrutto da un incendio nel 1854 a Filadelfia e i suoi principi di funzionamento non furono mai compresi con certezza, si disse che nascondesse al suo interno un nano. Il filosofo e matematico Charles Babbage progettò la macchina analitica, che non funzionò mai per difficoltà meccaniche ma resta l’antenata diretta dei computer moderni. Babbage fu aiutato da Ada Lovelace, oggi considerata la prima programmatrice della storia, che compare come personaggio in “La macchina della realtà” di Gibson e Sterling. Buon ascolto.




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