Operazione Tramonto: la Cassazione annulla le condanne

Scritto dasu 23 Febbraio 2012

La Cassazione ha annullato con rinvio, affinché si tenga un nuovo processo innanzi alla corte d’assise d’appello di Milano, le condanne – alcune superano i 14 anni di reclusione – a 12 imputati accusati di aderire alle Nuove Brigate Rosse e di avere nel mirino il giuslavorista Pietro Ichino.. Nel frattempo però gli imputati detenuti non verranno scarcerati. Annullata anche la costituzione di parte civile del giuslavorista Pietro Ichino, che, secondo l’accusa, sarebbe stato nel mirino del Partito comunista politico-militare, di cui avrebbero fatto parte gli imputati. Entro trenta giorni sono attese le motivazioni, ma a quanto si apprende la Cassazione ritiene che debba essere fatta chiarezza tra i diversi capi di imputazione contestati. L’annullamento, infatti, riguarda la finalità di terrorismo a carico di tutti gli imputati. L’inchiesta, condotta dal pm Ilda Boccassini, aveva portato a diversi arresti nel Nord Italia nel 2007. Gli imputati erano stati condannati in primo grado nel giugno 2009. Un anno dopo la conferma in appello.  La posizione di vittima di Pietro Ichino – al quale sono stati riconosciuti centomila euro di risarcimento che, adesso, vengono messi in discussione – ha suscitato perplessità, essendo stato nel mirino dell’organizzazione solo a livello «potenziale». Nell’appello bis, dunque, potrebbero aprirsi spazi per condanne più miti se cadesse la configurazione dell’eversione prevista dall’art.270bis cp e rimanesse in piedi solo la semplice associazione sovversiva punita dall’art.270 cp. Il grosso sforzo difensivo, portato avanti soprattutto dalle arringhe dell’avvocato Giuseppe Pelazza, ha fatto breccia in un collegio giudicante sensibile a non criminalizzare più del dovuto ipotesi di attentati che sono rimaste del tutto incompiute.

 


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