Rios Montt alla sbarra in Guatemala
Scritto dainfosu 8 Aprile 2013
Il 19 marzo 2013 è iniziato a Città del Guatemala il primo processo per genocidio e crimini contro l’umanità nel quale gli accusati sono l’ex-generale golpista Efraín Ríos Montt (tra il 1982 e il 1983) e l’ex capo dell’intelligence militare José Mauricio Rodriguez Sánchez. Durante i sedici mesi in cui Rios Montt ebbe il potere assoluto in un paese già devastato dal conflitto armato interno iniziato nel 1960, furono commessi dall’esercito guatemalteco (finanziato in gran parte dall’amministrazione Reagan) moltissimi massacri e 440 villaggi vennero letteralmente spazzati via da bombardamenti e operazioni di terra violentissime. Questa strategia definita di tierra arrasada (terra bruciata) era giustificata dalla costruzione “pubblica” del enemigo interno e quindi dal presunto sostegno popolare alla guerriglia.
La maggior parte delle persone, soprattutto contadini e contadine, che all’inizio degli anni ottanta furono sequestrate, torturate, stuprate e sterminate vivevano nelle zone più povere e isolate del paese e appartenevano a differenti popolazioni originarie maya. In particolare, i casi di massacri su cui l’ex-generale è chiamato a rispondere (lo sterminio di almeno 1.771 persone e l’esilio di approssimativamente 29 000 famiglie) riguardano il popolo maya-ixhil e le operazioni militari e paramilitari che furono condotte nella Regione Ixhil del nord del Quiché. Nel corso del dibattimento del 4 aprile sono emerse responsabilità anche dell’attuale presidente del Guatemala Perez Molina, trent’anni fa maggiore e capo di squadracce di sterminatori.
Di seguito Anna, che vive e lavora in Guatemala, spiega il difficile percorso che le persone sopravvissute alla violenza politica e militare, hanno dovuto affrontare per riuscire ad essere ascoltare e a portare in tribunale il principale responsabile di uno dei momenti più terribili de “las guerras sucias” che hanno insanguinato il Centro e Sud America nel corso degli anni settanta e ottanta.