Rivedendo il remake dell’insidia neocoloniale
Scritto dainfosu 6 Giugno 2013
Dovunque e sempre negli ultimi decenni sembra che si ripetano le strategie e le forme belicose del neocolonialismo capitalista. Dal Kosovo alla Libia, una sottesa guerra per procura ammantata da sedicnete democrazia esportata, che continua a estendersi a partire dalle aggressioni con cecchini e morti civili volte a rendere indispensabile l’intervento esterno da parte della comunità internazionale con il compito di restituire alle potenze coloniali le loro colonie. Questo argomento coinvolge anche la disinformazione mistificante che nasconde i reali interessi, ma anche i traffici, le smentite e le denunce, gli strumenti di guerra disseminati nelle varie basi e prodotti militari con i soldi dei contribuenti… la sottrazione di ricchezza stornata per le spese dei giochi di guerra e la miseria esportata in luoghi dove viene indotto il conflitto, perchè poi ritorni indietro come guerra tra poveri. Mentre lor signori si siedono al tavolo a firmare contratti miliardari dopo che si è fatto strame di territori e persone, esattamente come da sempre il colonialismo ha sezionato i paesi con il righello, tirando linee su cartine geografiche.
A tutto questo si contrappone la memoria che si radica nella Resistenza e arriva fino al No Muos nella ricostruzione di Luigi del Comitato per la pace di Milano, che ha orgnaizato una manifestazione l’8 giugno in largo Donegani al consolato americano alle 17 per rifiutare ogni centesimo per i signori della guerra.