Meticciato antifascista: no integrazione, ma convivenza

Scritto dasu 6 Luglio 2013

meltin potL’assemblea nazionale antirazzista che si svolge a Firenze il 6 luglio presso il dopo lavoro ferroviario è improntata in realtà all’internazionalismo più estremo, vedendo come protagonisti persone provenienti dagli angoli più disparati del mondo e ormai radicati in Italia da una cittadinanza attiva e che hanno sentito il bisogno di associarsi in PrendiamoLaParola, un’associazione per denunciare e combattere il razzismo, vissuto sulla loro “pelle”; quindi sono cittadini internazionali antifascisti che stigmatizzano gli strumenti adoperati dalla società italiana e dai politici (attraverso leggi particolarmente vessatorie, studiate ad hoc e volte a etnicizzare i reati) per colpire persone di origine straniera.
L’intento è quello di fornire strumenti agli stranieri per rivendicare i propri diritti, difendendosi e poi coinvolgendo tutti in un processo di cittadinanza attiva che conduca a una sorta di meticciato positivo, in cui confluiscono aspetti della cultura di origine in quella di approdo, ottenendo una miscela virtuosa.

Abbiamo voluto sentire due protagonisti del dibattito organizzato a Firenze, perché molto diversi per collocazione geografica, provenienza e condizione di impegno, ne sono scaturiti due ritratti estremamente complessi e variegati dell’approccio al melting pot nazionale

 

la prima intervista è stata con Abdelkarim Hannachi, docente a Enna

2013.07.05-abdelkarim

facendolo precedere dalla sua poesia Arriverò comunque

Arriverò comunque

Sfuggo dalle guerre civili e incivili

dalla siccità

dalle privazioni

dalla fame

dall’inferno

da una terra senza futuro e senza sogni.

Vendo il mio corpo

a poco prezzo

a chiunque

per comprare un sogno.

Dopo duemila chilometri di cimiteri di sabbia,

di sole e di freddo

il sogno confuso e annebbiato

s’intravede all’orizzonte

mentre sull’altra riva

iniziano i festeggiamenti del Natale.

Ora, coperta da un lembo di cielo,

sto attraversando quel lembo di mare

che separa il sogno dalla realtà,

che separa l’inferno dal paradiso.

Sto attraversando quel maledetto mediterraneo

cimitero della libertà

fosse comune per nascondere la vergogna della civiltà

discarica del vostro benessere

e fonte delle vostre delizie.

Sto attraversando l’ultimo ostacolo

di questa corsa ad ostacoli

con altri quaranta sognatori,

su un vecchio gommone

che può portare solo dieci,

in balia alle onde.

Ma i nostri sogni non temono le onde

e nemmeno i cimiteri.

Non importano la sete e la fame

non importano le sofferenze

domani saranno lontani ricordi.

Non importano le ferite

domani saranno cicatrici.

Domani o dopodomani arriverò da voi

per raccogliere i brandelli del mio corpo

per rinascere

e incominciare a scrivere la mia vera storia

e forse per condividere con voi il paradiso

o almeno la cena di Natale.

Ad un tratto

mi trovo avvolta nelle tenebre profonde

illuminate da mille occhiolini luccicanti

che iniziano a fare festa del mio corpo

prima di finire sui tavoli della vostra festa.

 

e

Edda Pando, animatrice di Todo cambia a Milano

2013.07.05-edda

 

Contrassegnato come:

Radio Blackout 105.25

One station against the nation

Current track
TITLE
ARTIST