I poteri forti si sgretolano dal basso

Scritto dasu 7 Novembre 2013

accorinti

Un personaggio venuto alla ribalta in questi giorni per una partecipazione alle ricorrenti parate militari per nulla sopra le righe, semplicemente volta a rimarcare pacifismo e solidarietà ai migranti (in contrapposizione all’uso militare per contenere i flussi migratori), per esempio, un personaggio che viene dalle lotte antimilitariste degli anni settanta e ottanta (pensiamo solo a Comiso), ha partecipato e animato le lotte contro il Ponte sullo stretto (e a questo proposito ci ha annunciato iniziative per eliminare il balzello terribile che esiste sul trasporto tra le due rive), un libertario può diventare istituzione? In che modo può dirottare spese militari verso quelle civili e umane e culturali uno come Renato Accorinti, che non aveva mai accettato candidature a sgabelli e poltrone, perché erano inviti che provenivano dai vertici o da organizzazioni aliene e invece ha accettato di mettersi in gioco quando l’esigenza è venuta dal basso, da chi aveva bisogno di ottenere servizi e lotta a maie reali, come può vivere questo ruolo schizofrenico di ultimo cittadino pur incarnando l’istituzione e da quella psizione far infuriare generali dei carabinieri, indignati da chi ha voluto interpretare la costituzione e le parole di Pertini sugli arsenali e i granai al di fuori della retorica?

Sentiamo dalla sua viva voce come è possibile questo strano connubio di istanze provenienti dal basso e tentativo di realizzarle da una posizione isituzionale, un esperimento anche per la nostra radio che rifugge dal dare voce a chi già ce l’ha, ma in questo caso ci sembrava fosse possibile confrontarsi, avendo sostrato e formazione simili e avendo condiviso la più parte delle lotte, compreso quella al Muos, proprio in virtù di quell’antimilitarismo che connota l’impegno del sindaco di Messina.

2013.11.07-accorinti

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