Mobilitiamoci per la liberazione di Bahar Kimyongur
Scritto dainfosu 25 Novembre 2013
Bahar Kimyongur è un compagno attivo nel movimento della Tayad, già incarcerato e poi assolto in Belgio per l’accusa di far parte del gruppo comunista turco Dhkc-p e oggi protagonista a livello internazionale nel movimento contro l’aggressione alla Siria e in particolar modo contro le ingerenze della Turchia di Erdogan.
Era atteso in Italia per due incontri a Monza e Padova: una volta giunto all’aeroporto di Bergamo-Milano, Bahar è stato prelevato immediatamente dalla Digos di Bergamo, portato in questura e attualmente si trova nel carcere di Bergamo.
Bahar Kimyongür è stato oggetto dell’interesse dei mezzi di comunicazione a seguito di un procedimento giudiziario che lo ha visto protagonista, per essere uno dei primi imputati perseguiti secondo la legislazione anti-terrorismo. In buona sostanza, veniva accusato di terrorismo per avere tradotto dal turco in francese dei comunicati diffusi dal DHKP-C, un’organizzazione rivoluzionaria turca considerata come terrorista dallo Stato turco ed inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche dall’Unione europea in seguito agli avvenimenti dell’11 settembre.
Portato in giudizio sulla base della legislazione anti-terrorismo del Belgio, è stato condannato in primo grado di giudizio nel febbraio 2006 e in appello nel novembre 2006, poi assolto nel 2007 e nel 2009 a seguito delle sentenze di Cassazione che hanno annullato le sentenze precedenti.
È stato fatto oggetto di una richiesta di estradizione da parte della Turchia.
All’affare DHKP-C e al caso Kimyongür è stato dedicato il film “Résister n’est pas un crime – Resistere non è un crimine”, un documentario di Marie-France Collard, F.Bellali e J.Laffont, che ha conseguito il Premio Speciale della Giuria al Festival Internazionale del Film sui Diritti dell’Uomo (FIFDH) 2009 di Parigi.
Abbiamo parlato questa mattina con Fiorina di Soccorso Rosso della situazione attuale di Bahar e dell’atteggiamento vergognoso da parte di polizia e istituzioni italiane colluse con regimi fascisti come l’attuale governo turco.