In strada sotto la pioggia. Dopo lo sgombero di via Spano
Scritto dainfosu 5 Febbraio 2014
Ieri, dopo lo sgombero della palazzina occupata il 17 gennaio in via Spano 41 bis, 23 famiglie, alcune con bambini, si sono ritrovate sotto la pioggia con materassi, mobili, le cose della propria vita ancora una volta sparse in strada.
Grazie all’aiuto di un gruppetto di compagni sono riuscite a portare tutto all’asciutto, nel calore di altre case occupate, dove la solidarietà è la cifra di ogni giorno.
La casa di via Spano era abbandonata all’incuria da oltre sei anni: dopo l’occupazione il proprietario ha annunciato l’intenzione di ristrutturare. Il timore di perdere la propria roba, di dover rinunciare ad un possibile profitto gli ha messo le ali. Ieri osservava con soddisfazione lo sgombero.
Uno sgombero inusuale, effettuato alle nove e mezza del mattino, bloccando sul pullman un ragazzino che andava e scuola per prendergli le chiavi ed entrare dalla porta principale, senza prendersi il disturbo di sfondare la porta. Da padroni. O, meglio, da cani da guardia del principio astratto della proprietà privata, un feticcio che getta in strada chi si era conquistato con la lotta un tetto, una vita come tutti.
Quella stessa mattina nasceva con taglio cesareo un piccolo occupante: sua madre era uscita all’alba per andare in ospedale. Sgomberato nel primo giorno di vita in un inverno con sapore e odore d’autunno. Umido e grigio.
Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo il trasloco forzato, si è svolta un’assemblea in corso Traiano.
Questa mattina gli occupanti, dopo un picchetto antisfratto, sono andati a volantinare al mercato, per raccontare la propria storia ai tanti che nel quartiere avevano accolto con piacere i nuovi vicini di casa. Una casa che oggi è vuota, vuota come le istituzioni cittadine, che non hanno risorse per i poveri, nella città delle grandi kermesse in salsa PD.
Circo per i ricchi, sgomberi per i poveri.
Ascolta la testimonianza di Erman, uno degli sgomberati di via Spano:
Ascolta la diretta con Matteo, uno dei solidali, che da mese seguono le vicende dei rifugiati dell’ex Moi e di quelli che hanno partecipato all’occupazione di via Spano: