Renzi e la riforma della PA. Finale di partita con il sindacato?
Scritto dainfosu 25 Giugno 2014
Ieri Giorgio Napolitano ha firmato il testo di riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi.
Il decreto consta di 53 articoli.
La riforma comprende l’abolizione della possibilità di restare al lavoro oltre l’età di pensione con una parziale reintroduzione del blocco del turn over, ma con sostanziali tagli dell’occupazione generale.
Viene introdotta la mobilità per gli statali (obbligatoria fino a 50 chilometri) e dimezzato il monte ore dei distacchi e permessi sindacali dal prossimo primo agosto.
Con il pretesto di colpire la burocrazia sindacale, riducendo il numero dei funzionari pagati dallo Stato, si riducono anche le ore di assemblea e i permessi, riducendo così la possibilità stessa di sviluppare forme di organizzazione sindacale non burocratizzate.
Nei fatti Renzi porta a fondo l’attacco al sindacato “amico”, quello della concertazione, dell’ammortizzazione del conflitto, della mediazione al ribasso sugli interessi dei lavoratori.
Una parabola inevitabile nel percorso che, in vent’anni, ha portato CGIL, CISL, UIL dalla concertazione alla complicità con le politiche governative.
Ci voleva un governo di “sinistra” per mettere le basi per un finale di partita che segna non solo la mutazione di pelle delle maggiori organizzazioni sindacali, ma altresì il taglio dei privilegi di cui godono, perché garanti della pace sociale.
Ci sono mestieri che scompaiono quando diventano inutili: questo è il destino di CGIL, CISL, UIL, un destino che i provvedimenti siglati Renzi-Madia avvicinano di un passo.
Ne abbiamo parlato con il leader della minoranza CGIL Giorgio Cremaschi, all’indomani della nomina della nuova segreteria CGIL, in cui Susanna Camusso ha giocato il ruolo dell’asso piglia tutto, assicurando ai suoi fedelissimi il 68% dei posti disponibili.
Oltre l’analisi dei provvedimenti, è scaturita una riflessione che investe il ruolo stesso delle minoranze “critiche” nella CGIL, ormai a quasi vent’anni dalla stagione dei bulloni, dalla nascita impetuosa e della lenta parabola discendente sia del sindacalismo di base sia delle componenti più combattive della CGIL.
Ascolta la diretta con Giorgio Cremaschi: