La coerenza di ETA: verso la smobilitazione totale
Scritto dainfosu 22 Luglio 2014
Un nuovo comunicato dell’organizzazione basca ETA è stato diffuso nella giornata di ieri. Al suo interno, l’analisi e l’impegno a concludere la transizione dallo scontro armato alla via democratica. Nel comunicato, che porta la data del 15 luglio, ETA delinea un processo di rimodellazione delle sue strutture, e come primo pilastro di questa trasformazione, il passaggio iniziato nel marzo scorso con la Commissione di Verifica Internazionale per sigillare e consegnare gli arsenali. Il secondo pilastro che Eta ritiene imprescindibile per la trasformazione e che vuole mettere in atto ha a che fare con l’adeguatezza delle sue strutture, comunicando che sta portando avanti lo smantellamento delle strutture logistiche e operative derivanti dalla pratica della lotta armata. L’organizzazione armata dà a sapere inoltre della creazione di una struttura tecnica e logistica mirata a completare la fase dei sigilli ai depositi clandestini di armi, riaffermando la volontà di dare una soluzione coerente, praticabile e completa alla questione, metttendo le armi e gli esplosivi fuori uso operativo.
Parallelamente a queste due iniziative, l’organizzazione basca annuncia inoltre che verrà rafforzata la struttura diretta a realizzare le questioni politiche di Eta, come l’obiettivo di agevolare le conversazioni tra i diversi agenti politici per avanzare nel processo di pace. Un’implicazione contenuta quella di Eta, che allo stesso tempo rimarca che non vi è alcuna volontà di sostituire nessuno, nè tantomeno occuparsi di questioni che non gli corrispondono, perfettamente consapevole che sono il resto delle organizzazioni della sinistra indipendentista e il movimento popolare i soggetti più efficaci per portare avanti le fila del processo di liberazione.
Una nuova fase per Eta quindi, che sembra ri-strutturarsi in conformità con la fase politica attuale. L’inizio di un cammino nuovo come la stessa organizzazione armata comunica all’interno del documento diffuso ieri. Rimane chiara l’intenzione assolutamente non nuova rispetto alla traiettora basata nel confronto esclusivamente politco e democratico, che non può prescindere dalla risoluzioni di tre grandi nodi: il ritorno a casa di tutti e tutte le prigioniere e esiliati baschi, inclusi i membri di Eta che oggi sono in clandestinità; il disarmo accordato e ordinato da Eta; la smilitarizzazione dei Paesi Baschi come conseguenza del cambiamento delle caratteristiche del conflitto e come base per un percorso democratico.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Giacopuzzi, corrispondente di Radio Blackout per le questioni basche.