L’ Egitto, 4 anni dopo piazza Tahrir

Scritto dasu 3 Febbraio 2015

A quattro anni di distanza dalle mobilitazioni che deposero il raiss Mubarak, una parte della popolazione egiziana è tornata in piazza per celebrare l’incompiuta  rivoluzione che, dopo avere deposto l’odiato dittatore, non ha saputo gettare le basi per un nuovo governo popolare, in gardo di dare risposte concrete ai desideri più profondi del popolo egiziano.

Le proteste sono costate agli egiziani almeno 26 morti “ufficiali” negli scontri con l’esercito e la polizia del presidente Al-Sis, tra questi un bambino di 10 anni e  una delle più promettenti leader dell’opposizione laica e democratica, Shaimaa Al-Sabagh dell’Alleanza popolare socialista.

Le instabilità politiche determinate dai ripetuti scontri tra esercito e islamisti, le condanne a morte di molti detenuti dei Fratelli Musulmani, la riabilitazione postuma di Mubarak e famiglia, confinano in un ruolo marginale, e limitato a ripetute ma deboli proteste di piazza, le forze progressiste e laiche.

Secondo Remigio Benni, ex corrispondente dell’ansa dal Cairo, il massiccio iniziale sostegno popolare alla Fratellanza promanava da generiche aspettative di redistribuzione e libertà, disattese dagli islamisti-moderati, mentre il golpe miliatre di Al-Sisi avrebbe risposto a una chiamata della piazza contro le misure impopolari dei nuovi governanti.

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