Costituzione. Orizzonti di democratura
Scritto dainfosu 11 Marzo 2015
Ieri la Camera ha dato il via libera al progetto di revisione della Costituzione italiana del 1948. Su 489 presenti, i voti favorevoli sono stati 357, i contrari 125 e sette gli astenuti. Il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto, Forza Italia, Sel e Lega Nord hanno votato contro. Ora il disegno di legge Boschi torna al Senato. La “nuova” costituzione prevede, tra l’altro, il superamento del bicameralismo perfetto e la fine del Senato elettivo, sostituito da un Senato nominato dagli eletti, senza consultazione popolare.
Se al termine dell’iter venisse approvata con la sola maggioranza semplice, si aprirebbe la possibilità di sottoporla a referendum.
La proposta Boschi rappresenta una sorta di adeguamento della carta costituzionale alle prassi consolidate negli ultimi decenni. Il ricorso sempre più frequente ai decreti legge, il moltiplicarsi delle votazioni di fiducia che hanno segnato tante legislature non saranno più “eccezioni” reiterate ma diverranno prerogative normali del governo.
Di fatto viene meno un insieme di garanzie per le minoranze e si sancisce un rafforzamento dei poteri dell’esecutivo senza significative forme di bilanciamento. Si erode il potere legislativo, sia per il secco ridimensionamento del ruolo del Senato, sia per la crescente autonomizzazione della compagine governativa.
L’avanzare di una “democratura”, insito nella costituzione materiale che ha governato il paese negli ultimi decenni, verrebbe così sancito anche nella carta che fonda la repubblica italiana. Un’ulteriore conferma che le norme altro non sono che la rappresentazione ritualizzata dei rapporti di forza all’interno di uno Stato.
Ne abbiamo parlato con Alessandra Algostino, docente di diritto costituzionale comparato all’università di Torino
Ne abbiamo parlato con Alessandra Algostino, docente di di diritto costituzionale comparato all’università di Torino.
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