Expo condiziona il lavoro: effetti collaterali e partecipazione campesina
Scritto dainfosu 11 Giugno 2015
Due dirette per aspetti contigui degli effetti collatterali dell’Expo milanese sul mondo del lavoro.
Con Luca abbiamo preso spunto da un articolo de “La Stampa” di venerdì scorso, 5 giugno, dove a pagina 45 si poteva leggere di una questua organizzata dal giocatore a lungo juventino Del Piero e da Carlìn Petrini per accompagnare all’Expo alcune organizzazioni di giovani contadini a ottobre. Questa spudorata raccolta fondi era presentata dall’inventore di Slow Food come un tacon appiccicato all’expo, utilizzando l’accondiscendenza di autentici contadini, che spesso condividono approcci meno legati al marketing e che invece in questo caso hanno voluto vedere la propria via campesina attraversare i padiglioni di cemento di Rho, quindi del lavoro si è in questo caso ritagliato l’aspetto contadino e le sfumature che distinguono un approccio autogestito e di distribuzione di prossimità rispetto ai criteri di Slowfood (polemico verso i modi in cui è evoluto Expo) o addirittura di Farinetti, contiguo allo scempio fatto a Milano
Per quel che riguarda le condizioni di lavoro e gli effetti prodotti dalle modalità di assunzione di chi ha accettato di lavorare per Expo (e di venire licenziato); per i salari sottopagati o addirittura il volontariato e la sperimentazione del jobs act fatta all’Expo abbiamo chiamato Paolo, perché tra gli organizzatori dell’iniziativa di domani 12 giugno (tra le 13 e le 19) al Lingotto dove si sta consumando l’Assemblea mondiale delle camere di comercio, che vede la presenza delle peggiori multinazionali, delle più impresentabili istituzioni, le più feroci aziende di rating, gli affamatori più intollerabili e produttori di Ogm… perciò l’assemblea torinese contro l’Expo ha individuato questo consesso di organismi nocivi e produttori di nocività per puntualizzare la critica all’Expo attraverso uno sguardo attento al coinvolgimento del mondo del lavoro, senza tralasciare gli aspetti che trovano espressione negli accordi Ttip, che ieri dovevano essere discussi e ratificati al parlamento europeo, ma Schultz si è trovato a dover far slittare la discussione, visto il forte movimento contrario agli accordi tra Usa e paesi europei volti a cancellare vincoli che tutelano la salute e gli interessi dei cittadini a favore del business delle stesse multinazionali che sponsorizzano l’Expo e si riuniscono al Lingotto