Profughi. Prigioni e filo spinato: il sapore dell’Europa
Scritto dainfosu 22 Marzo 2016
L’accordo appena stipulato tra l’Unione Europea e il governo turco sul respingimento dei profughi è oggi alla prova dei fatti. La Turchia si trasformerà in un gigantesco campo di concentramento per i profughi di guerra e i migranti rimasti intrappolati all’ombra della Mezzaluna, dopo la chiusura del mercato di carne umana aperto dall’Europa dei diritti e delle libertà.
Erdogan farà il lavoro sporco. I profughi, con il loro carico di bambini, anziani e disabili non premeranno più alle frontiere. Quelli rimasti in Grecia li stanno chiudendo negli hotspot, che nei fatti e nelle intenzioni saranno veri centri di detenzione.
Difficile tuttavia che davvero chi ha varcato una frontiera voglia tornare indietro, chi è in viaggio vuole andare avanti. Costi quel che costi. Nuove rotte, nuovi mercati, nuovi morti in mare.
Ma nulla di nuovo in questa Europa fatta di filo spinato e frontiere.
Ne abbiamo parlato con Murat, blogger e mediattivista di origine turca.
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