25 aprile. La memoria di ieri nelle lotte di oggi

Scritto dasu 26 Aprile 2016

Da diversi anni l’anniversario dell’insurrezione contro il fascismo è celebrato dalle istituzioni in chiave patriottica, come prospettiva unificante e condivisa, che cancella le differenze e contribuisce a ridare dignità persino ai combattenti della Repubblica sociale.

Da diversi anni in occasione del 25 aprile c’é chi si riconosce nelle ragioni di chi ha combattuto ed è morto per una società libera dalla schiavitù salariata, ben diversa dalla Repubblica che si è affermata dopo la fine del fascismo e dell’occupazione nazista dell’Italia.

Abbiamo sentito un compagno di Milano, dove il 25 aprile è tradizionalmente un appuntamento molto importante.

Ascolta la diretta con Massimo:

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A Torino ci sono state numerose iniziative di piazza dal 23 aprile, quando un corteo ha attraversato le strade di San Salvario, sino ai tradizionali appuntamenti di quartiere a Vanchiglia, Barriera di Milano e Borgo San Paolo, oltre alla festa ai giardini (ir)reali, benefit Blackout e inguaiati con la legge. Quest’anno ci sono state diverse contestazioni sia alla fiaccolata del 25 aprile, sia alle scelte del Comune di Torino di inaugurare la pista ciclabile costruita dopo lo sgombero della baraccopoli di lungo Stura Lazio, proprio il 25 aprile, di fronte alla lapide che ricorda i caduti della Barca.
Anche la scelta della circoscrizione Centro-Crocetta di dedicare ai Marò Girone e La Torre è stata contestata attivamente.

Abbiamo chiesto ad Emilio un resoconto del corteo a San Salvario e dell’iniziativa alla lapide del partigiano Baroni in Barriera di Milano.
Con lui abbiamo anche commentato le scritte solidali con i rom sgomberati comparse alla Barca, quelle sui marò assassini e sulla sede di Fratelli d’Italia in Barriera.

Di seguito una sintetica cronaca delle varie iniziative.

Corteo antifascista a San Salvario

23 aprile. Diverse centinaia di persone hanno dato vita ad una lunga giornata di lotta per le strade di San Salvario.
Nella parte alta del quartiere, non lontano dal BAE Systems, fabbrica d’armi, contestata dai partecipanti al corteo con slogan e interventi, c’è “L’asso di bastoni”, il locale dove si ritrovano i fascisti di Casa Pound. L’Asso di bastoni è una ferita aperta in un quartiere, dove tante lapidi grigie ricordano chi è morto combattendo i fascisti.
Casa Pound, spesso travestita da comitato spontaneo, da mesi prova a scatenare la guerra ai poveri, dando vita ad iniziative contro lo spaccio e la criminalità il cui obiettivo reale sono gli immigrati.
Gli antifascisti del quartiere contrastano attivamente ronde e presidi razzisti.
San Salvario è stata attraversata da un corteo forte e comunicativo, che ha fatto il giro delle lapidi partigiane, dove ha sostato per un breve ricordo e i canti dell’Anonima Coristi della Val Pellice, quasi tutti della tradizione anarchica.
In piazza Carducci un imponente schieramento di carabinieri chiudeva l’ingresso di via Madama Cristina per impedire agli antifascisti di avvicinarsi troppo alla sede fascista, dove i camerati raccoglievano firme per presentarsi alle elezioni.
Il corteo ha sostato a lungo di fronte alla blocco poliziesco, prima di proseguire il giro e terminare ai giardini Anglesio con musica e distribuzione di panini vegani.
I fascisti sono rimasti intanati nel loro localino, mentre un corteo con uomini, donne e tanti bambini, cui si sono uniti anche alcuni abitanti della zona, si è ripreso le strade e le piazze del quartiere in un 25 aprile lontano dalla retorica patriottarda, un 25 aprile dove chi lotta contro il razzismo, lo sfruttamento, la militarizzazione tutti i giorni, ha reso viva la memoria di chi in quel lontano aprile ha scelto di prendere le armi per conquistare una libertà, che certo non aveva confini.
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Marò assassini. Scritte alla circoscrizione Centro-Crocetta
Quest’anno a Torino, la circoscrizione Centro-Crocetta ha deciso di dedicare ai marò Girone e La Torre il 25 aprile. I due fucilieri della Marina Militare Italiana sono accusati di aver ucciso due pescatori del Kerala, durante un’azione di pattugliamento antipirateria a bordo della petroliera italiana Erika Lexie.
Marò assassini! Partigiani sempre, militari mai”. Questa scritta è comparsa nella notte del 24 aprile sulla sede della prima circoscrizione.
Scrivono gli “anarchici contro il fascismo” in un comunicato diffuso su Indymedia
(…) Oggi di fronte all’ennesimo crimine di guerra, di fronte all’assassinio di due pescatori, colpevoli di aver incrociato la rotta di una petroliera italiana, il governo italiano pretende l’impunità per i due marò assassini.(…)
Festeggiarli nell’anniversario dell’insurrezione contro il nazifascismo è una vergogna ed un insulto per chi, disertata la guerra, ha preso le armi contro il fascismo.
Partigiani sempre, militari mai!”

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25 aprile in Barriera di Milano
Un folto gruppo di anarchici ha partecipato alla commemorazione del partigiano anarchico Ilio Baroni, alla lapide posta nel luogo dove Ilio è morto combattendo il 26 aprile 1945.
Nel comunicato diffuso scrivono gli anarchici della FAT “Noi ogni 25 aprile ci ritroviamo alla lapide: si parla, si brinda, si chiacchiera con chi passa. Non è solo una commemorazione. E’ la scelta tenace per i tanti di noi che in questo quartiere sono nati e continuano a vivere, di alimentare il venticello che segnala il mutare dei tempi.
Annodiamo i fili della memoria di ieri con le lotte di oggi.
Le lotte che vedono in prima fila altri partigiani, quelli che si battono contro l’occupazione militare in Val Susa, chi si mette di mezzo contro sfratti e deportazioni, contro il razzismo e il fascismo.
Oggi come allora i partigiani sono trattati da banditi, terroristi, delinquenti. Oggi come allora la gente delle periferie sta imparando da che parte stare.
I partigiani di Barriera in quel lontano aprile hanno combattuto perché volevano un mondo libero, senza schiavitù salariata.
Il loro sogno continua ogni giorno nella lotta per una società di liberi ed eguali. Senza Stato né padroni.”

Sempre in Barriera di Milano la notte precedente La scritta “Morte al fascio!” è stata fatta sulla serranda tricolore della sede di Fratelli d’ Italia.
Sono “i fascisti che animano ronde contro gli immigrati, vogliono lo sgombero delle case occupate, soffiano sul fuoco dei pogrom contro i rom, fanno la guerra ai poveri.
Sono gli stessi del 1945. E’ tempo che una nuova primavera di lotta li spazzi via.” Queste le parole del comunicato diffuso da Indymedia.
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Fassino come i nazisti. Scritte solidali con i rom sgomberati
Una brutta sorpresa per il sindaco di Torino Piero Fassino, che ieri mattina inaugurava la nuova pista ciclabile ai giardini Milone.
Nella notte sono comparse alcune scritte “Solidali con i rom sgomberati”, “Ieri ebrei e rom, oggi immigrati e rom. Comune nazista. 25 aprile sempre!”
Fassino ha scelto il 25 aprile, l’anniversario dell’insurrezione contro il fascismo, per inaugurare la nuova pista ciclabile di lungo Stura Lazio. Fassino festeggia il 25 aprile, celebrando la liberazione dai rom, i poveri della città che l’hanno sfidato occupando una casa per viverci.
Fassino ha posticipato di tre settimane l’inaugurazione della pista ciclabile, per farla proprio il 25 aprile. Una scelta fatta per ottenere più visibilità mediatica. Il Comune di Torino lo scorso anno ha dovuto incassare una condanna per trattamenti “inumani e degradanti” dalla corte europea dei diritti dell’uomo, per le modalità dello sgombero di Lungo Stura Lazio.
Poi ha dovuto subire cortei sotto il comune, occupazioni di uffici e ben due occupazioni.
I social housing negli edifici di proprietà del ras delle soffitte e l’inchiesta che ne è scaturita certo non hanno migliorato l’appeal di Piero Fassino alla vigilia delle elezioni.
Da mesi l’amministrazione comunale sfrutta ogni occasione per ridare una lucidata alla sua vetrina appannata. Inaugurare una pista costruita a fianco delle macerie del campo fa parte di questa strategia.
Usare le commemorazioni del 25 aprile per celebrare lo sgombero della baraccopoli era un’operazione di dubbio gusto che gli anarchici non hanno lasciato passare nel silenzio.

Ascolta la diretta con Emilio:

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25 aprile a Vanchiglia e spezzone sociale alla fiaccolata del Comune
Inizia intorno alle 16 nell’area pedonale di via balbo, dove sotto al murales dedicato a Dante di Nanni il corteo che fa il giro delle lapidi partigiane del quartiere Vanchiglia.
Durante il percorso il corteo passa e si ferma sotto casa di Mattia e Diego, due antifascisti ai domiciliari a cui è impedita ogni visita e comunicazione con l’esterno. Dopo aver cambiato i fiori e ricordato le gesta dei vari partigiani vanchigliesi caduti per la libertà, il corteo si scioglie in largo montebello, rilanciando l’appuntamento serale alla fiaccolata dell’ANPI.
Lì la polizia ha provato senza successo ad impedire l’ingresso dello spezzone antagonista, che raggiunge piazza Castello aperto dalle mamme dei 28 attivisti no tav e antifascisti agli arresti domiciliari.
In in piazza castello nonostante le numerose richieste di far leggere dal palco una lettera delle mamme degli arrestati la risposta ottenuta è sempre negativa. Dopo gli interventi dei partigiani, inizia una dura contestazione al grido di “vogliamo parlare” e “le mamme sul palco”, che porta il sindaco Fassino ed il presidente della regione Chiamparino a rinunciare ai loro interventi. A questo punto dallo spezzone parte il grido “Vergogna, vergogna” che disturba il concerto del Jazz festival.
La situazione si sblocca quando uno degli organizzatori, Max Casacci, leader dei subsonica, accoglie la richiesta di far salire una delle mamme, che finalmente riesce a leggere la lettera aperta.

Ascolta il resoconto di Mohicano:

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Borgo San Paolo
“Ma sapevo anche che la lotta non sarebbe stato un unico sforzo, non avrebbe avuto più, come prima, un suo unico, immutabile volto; ma si sarebbe frantumata in mille forme, in mille aspetti diversi; e ognuno avrebbe dovuto faticosamente, tormentosamente, attraverso diverse esperienze, assolvendo compiti diversi, umili o importanti, perseguire la propria luce e la propria via.”
Ada Prospero (Ada Gobetti) Diario partigiano

Un corteo per le vie del quartiere e numerosi interventi dedicati alla memoria delle partigiane ha segnato il tradizionale appuntamento del Gabrio, che quest’anno ha avuto il suo fulcro nella memoria delle partigiane, una memoria che a lungo è rimasta nel cassetto di una lotta che è stata raccontata prevalentemente al maschile.
Hanno partecipato al corteo anche alcuni esponenti della comunità curda di Torino.

La giornata è terminata nell’area pedonale del mercato con banchetti, interventi e musica.

Ascolta la diretta con Franca:

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Giardini (ir)reali

Anche quest’anno si è svolta la giornata antifascista ai giardini (ir)rreali. Cibo, muisca, performance.
Di seguito alcuni stralci del volantino del Barocchio
“(…)
con questo 25 aprile non sentiamo d’avere molto a che fare, perché è con l’esistenza di uno stato che non vogliamo avere a che fare.
Questa data infatti è stata decisa a tavolino da chi nel ’49 governava l’Italia. In realtà la liberazione non inizia né finisce quel giorno: chi vive nell’antifascismo concreto e quotidiano non se ne fa niente del simbolico “25 aprile”, la lotta al fascismo e all’autoritarismo è una pratica attuale che non si dovrebbe relegare a una parola o ad un giorno soltanto. Non solo oggi, ma ogni giorno dovrebbe essere dedicato a tutti quei partigiani che con la lotta e le armi hanno liberato questo paese dall’oppressione fascista, inseguendo dei principi che già dalla creazione della repubblica sono stati traditi.
(…)oggi le istituzioni non festeggiano altro che la morte del vero antifascismo, quello antiautoritario, che rivendicava l’azione diretta, l’autogestione e la coscienza, anche libertaria; quello che allacciava relazioni basate su solidarietà e mutuo appoggio, che usciva dagli schemi imposti dal potere. La loro ricorrenza non fa altro che renderci sempre più spettatori passivi, esattamente il contrario di quello che era lo spirito partigiano.”

Ascolta la diretta con Paolo:

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