Paris est magique

Scritto dasu 6 Aprile 2016

Ancora mobilitazioni in Francia contro la Loi Travail, il controverso progetto di riforma del codice del lavoro che ha infiammato le piazze d’Oltralpe. Dopo l’incontestabile successo dello sciopero generale del 31 marzo, ieri sono stati gli studenti a scendere di nuovo in piazza. Nonostante i tentativi di chiudere amministrativamente le scuole per evitare d’ingrossare i cortei, i liceali sono tornati nelle strade di Parigi (ma anche di decine di altre città!) per chiedere il ritiro della legge.

La giornata di ieri ha marcato senz’altro una precipitazione e un cambio di passa, almeno nella strategia di gestione dei cortei da parte della polizia che ha spezzato il corteo in due e ha arrestato 130 persone durante la giornata. La reazione della piazza sembra però essere stata più che determinata con blocchi stradali intorno ai commissariati che si sono susseguiti fino a tarda notte per chiedere la liberazione degli arrestati.

Ascolta la cronaca della giornata di ieri con Martina

martinaparigi

Una mobilitazione particolarmente interessante per composizione e radicalità ma che non arriva certo come un fulmine a ciel sereno.  Numerosi erano i nodi irrisolti che si sono accumulati durante la presidenza Hollande e che hanno trovato nel movimento contro la Loi El Khomri il loro naturale sbocco. Primo, una serie di vertenze sindacali di medio raggio che si sono sviluppate anche grazie a un sindacato che, a differenza dell’Italia, continua a voler svolgere il proprio ruolo di mediazione all’interno della crisi. Le immagini della camicia strappata del direttore delle risorse umane di Air France avevano fatto il giro del mondo qualche mese fa, ma tante altre erano le aziende in cui in piani di ristrutturazione hanno trovato una decisa opposizione da parte dei lavoratori da Good Year a Renault, passando per Continental. Secondo, le violenze della polizia contro manifestanti e abitanti dei quartieri popolari, in particolare contro quelli che non hanno il “buon” colore della pelle. Una costante dell’operare della polizia francese che agisce come una truppa coloniale nelle periferie e che durante i cortei dispone di armi micidiali come le granate a frammentazione che hanno causato nell’ottobre del 2014 la morte di Remi Fraisse, il giovanissimo militante assassinato dalle forze dell’ordine  durante un corteo a Sivens. Terzo, una ZAD (la zona occupata dagli attivisti contro il mega aeroporto di Notre Dame des lande) di fatto non sgomberabile grazie alla determinazione dei compagni e che ha rappresentato una vera spina nel fianco del governo francese oltre che uno spazio di crescita soggettiva per i movimenti d’Oltralpe dal 2012 in avanti.

Ovviamente, nelle strade stiamo vendendo qualcosa di ben diverse da una mera sommatoria: qualcosa di nuovo si sta esprimendo nelle piazze francesi capace di unire una capacità di raccontare di un destino comune nell’impoverimento generale assieme alla consapevolezza che siamo capaci di cambiarlo collettivamente.

Abbiamo affrontato questi temi con Davide Gallo Lassere autore di un recente articolo sul marzo francese

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