Loi Travail: cortei e blocchi di raffinerie, centrali nucleari e trasporti

Scritto dasu 27 Maggio 2016

a-FOS-SUR-MER-640x468-340x200Ieri, giovedì 26 maggio, ottava giornata di mobilitazione generale e sciopero nazionale (ma non sciopero generale) indetto dai sindacati e dai movimenti in Francia contro la famigerata Loi Travail. Nel corso di ormai quasi tre mesi di protesta, le pratiche dei manifestanti si sono fatte sempre più determinate ed efficaci, fino ad arrivare a paralizzare i centri economici del paese, nel tentativo di contrastare l’odioso progetto di riforma voluto dal presidente Hollande. Mentre continuano i blocchi in tutte le raffinerie del paese, tanto che un terzo delle pompe di benzina è ormai senza carburante, sono iniziati gli scioperi nei trasporti ed il blocco delle 19 centrali nucleari, che producono i tre quarti dell’elettricità totale.

Nel pomeriggio di ieri a Paris si è svolta una manifestazione di circa 100 mila persone da Place de la Bastille a Place de la Nation. Duri scontri con la polizia, che ha più volte cercato di reprimere il corteo ed in particolare il suo spezzone più radicale e determinato: 31 persone sono state arrestate. Intanto a Le Havre i lavoratori hanno presidiato per tutta la notte  il ponte di Normandia, epicentro degli scambi commerciali tra Francia e Gran Bretagna, mentre agenti in antisommossa presidiavano il ponte di Brotonne, terzo per importanza sulla Senna tra Rouen e Le Havre, per evitare il blocco da parte dei manifestanti. Mobilitazioni fin dalle prime ore dell’alba a Nantes, con il blocco dell’areoporto, Amiens e Rennes, con scontri tra polizia e manifestanti, Avignon, Bordeaux, Perpignan, Valence, Grenoble, Lyon, Toulouse, Clermont-Ferrand, Saint-Nazaire, Rouen, Limoges, Poitiers, Strasbourg, Marseille, Caen. Ieri inoltre i quotidiani, tranne l’Humanité, non sono usciti nelle edicole, perchè i lavoratori della CGT Livre ne hanno bloccato la pubblicazione. I giornali si erano infatti rifiutati di pubblicare un intervento di Philippe Martinez, il segretario della CGT, sindacato che il governo sta tentando di criminalizzare in ogni modo. Nonostante questo l’opinione pubblica continua a schierarsi nettamente in favore della protesta. Per Gilbert Garrel, Cgt Ferrovieri, “il 75% della popolazione rigetta la Loi Travail, quindi dire che c’è un braccio di ferro tra sindacati e governo è falso, la popolazione è contro. Bisogna che Valls prenda atto della situazione e accetti di rinegoziare”.

Oggi Hollande, a margine delle conclusioni del G7, a Kyoto ci ha tenuto ad affermare che si andrà fino in fondo sulla riforma del lavoro. Intanto, però, il governo, di fronte alla determinazione dei lavoratori, pare orientato a concessioni, sebbene in ordine sparso ed in modo contraddittorio. Il premier francese Manuel Valls nelle ultime ore ha tentato di accreditare presso i mezzi di informazione la possibilità di “apportare alcune modifiche, dei miglioramenti” alla legge (in particolare relativamente al famigerato articolo 2), di cui il movimento di contestazione continua comunque a chiedere il completo ritiro. Il governo teme che le proteste riescano a paralizzare il paese, scatenando le rimostranze degli imprenditori e di alcuni settori penalizzati dai blocchi, mentre si avvicinano gli Europei di calcio, la cui apertura è prevista il 10 giugno, proprio nel mezzo dell’esame della Loi Travail da parte del Senato. La Francia non puo’ permettersi immagini di protesta e, se manca la benzina ed i trasporti non funzionano, i problemi per Hollande e Valls si faranno ancora più seri.

Ascolta la diretta di questa mattina con Luna da Parigi:

Loi-travail


 


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