Thyssenkrupp, condanne definitive per i dirigenti stragisti

Scritto dasu 16 Maggio 2016

Dopo un lungo e doloroso calvario giudiziario, i familiari delle vittime, i loro amici, quanti non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia hanno visto riconoscere che il rogo del 6 dicembre 2007 alle acciaierie Thyssenkrupp di Torino non fu una tragica fatalità o il castigo di un dio malvagio, ma l’ultimo anello di una catena di errori frutto di responsabilità umane e, in primo luogo, dei gruppi dirigenti.

Dietro quelle morti ci sono l’avidità, il taglio degli investimenti nella prevenzione e nella sicurezza, il mancato ascolto degli allarmi lanciati dai sindacati interni e dagli stessi lavoratori impegnati in quei reparti.

La sentenza della Cassazione può essere valutata nel senso di aver impedito che anche questa atrocità finisse nell’archivio dei rinvii, degli eterni processi che sfociano nella prescrizione che assolve il colpevole e oltraggia la vittima. E’ uno sprone per le lotte contro lo sfruttamento e per la sicurezza nei luoghi di lavoro, dall’Ilva di Taranto all’Eternit, mentre ogni anno sono sempre più di mille gli operai che perdono la vita.

Ricordiamo ancora una volta i nomi delle vittime di quel rogo: Antonio Schiavone, Angelo Laurino, Roberto Scola, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinó, Giuseppe Demasi.

Questa mattina abbiamo sentito in diretta Giovanna, parente di una delle vittime:

Unknown


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