Unione Europea. Rinviare, ma per quanto?

Scritto dasu 21 Maggio 2016

Volano stracci nel condominio dell’eurozona. La Germania si è recentemente messa ad attaccare Mario Draghi reo di tenere i tassi troppo bassi attraverso il Quantitative Easing danneggiando il risparmio tedesco. A causa dell’enorme disavanzo commerciale accumulato in questi anni del paese di Angela Merkel molti nel paese di Angela Merkel si sentono danneggiati dalla politica monetaria espansiva che riduce i profitti ricavati da chi possiede molti titoli. Titoli che la Germania non sta reinvestendo nella sua economia interna aumentando, ad esempio i salari, ma che restano sostanzialmente immobili per mantenere un economia fortemente incentrata sulle esportazioni tanto verso i paesi extra-europei che all’interno della stessa Unione.

Nel frattempo continuano i ben poco diplomatici scambi tra Matteo Renzi e Jean Claude Junker sul debito pubblico italiano anche se oggi la commissione europea ha ceduto concedendo una temporanea e limitata flessibilità sui conti pubblici che dovrà essere riassorbita dall’anno prossimo. Ancora una volta si compra tempo procrastinando i problemi posti da una stagnazione secolare che richiederebbe un vero e proprio cambio di paradigma economico. Il Quantitative Easing di Draghi, d’altronde, non risponde ad altra logica che a quella di creare una nuova inevitabile bolla del credito.

Ne abbiamo parlato con Marco Bertorello, autore di “Non c’è euro che tenga”

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