Cartoline dalla Turchia: controllo omofobo, etnico e militare
Scritto dainfosu 27 Giugno 2016
La Turchia è spesso agli onori della cronaca, in questi giorni per accordi internazionali (quello stuipulato con Israele, per tornare ad avere relazioni diplomatiche); per repressioni etniche in Bakur, di cui è corollario la legge approvata venerdì scorso per assicurare l’impunità dei militari che vengono inviati a massacrare nelle città kurde nella parte orientale del paese; per l’omo-transfobia montante che ha avuto il suo acme domenica 26 giugno con i lacrimogeni ad altezza d’uomo che hanno prodotto molti feriti, oltre alla ventina di fermati per aver voluto comunque iniziare un corteo del Pride a Istanbul…
Il paese di Erdogan si contraddistingue sempre più per il carattere reazionario all’interno e inserito nella rete saudita di potenze sunnite, di cui Israele e l’Occidente hanno bisogno per gestire il dopo-Daech che con le liberazoini delle città irachene e siriane si fa sempre più impellente.
Abbiamo parlato di tutti questi aspetti con Murat Cinar