Orgoglio e genocidio: la comprensione filosofica contro il nazismo pret-à-porter
Scritto dainfosu 20 Giugno 2016
Un’intervista ad Alberto Burgio e Marina Lalatta Costerbosa, entrambi docenti presso l’Università di Bologna e autori di un saggio che uscirà a breve per Derive e Approdi editore, dal titolo “Orgoglio e Pregiudizio: L’etica dello sterminio nella Germania nazista”, sulle ragioni intellettuali che hanno ispirato questa nuova ricerca, animata da un genuino afflato arendtiano verso la comprensione. L’occasione, anche, per commentare insieme agli autori la scelta commerciale ed apologetica, in certo senso, del quotidiano Il Giornale, di regalare il Mein Kampf di Hitler, nei giorni scorsi, in edizione priva di apparato critico e con una traduzione- spiega Burgio- piena di errori e risalente agli anni ’40.
La ricerca, come sopra specificato, si pone il fine di comprendere il fenomeno del largo consenso popolare allo sterminio nazista, in un’ottica ampia e libera, com’è proprio dell’indagine filosofica più schietta, che rifiuta l’etichetta rassicurante e rassegnata dell'”incomprensibile”a comtrassegnare quel “campo dell’eccesso (…) rappresentato dalla Germania e dalle regioni europee assoggettate al Terzo Reich, nel quale una violenza estrema- non di rado arbitraria e fine a se stessa ( inutile, la definì Primo Levi) benchè legittimata dall’autorità costituita- fu compiuta con entusiasmo ed esibito compiacimento su persone inermi”.
Infine, un saggio che s’incentra sulle ragioni della consapevole volontà di adesione all'”etica dello sterminio”, rifiutando, nel riconoscere loro una normalità non mostruosa o extra-umana, la subdola ed implicita assoluzione dei carnefici e dei loro complici, spettatori passivi, rappresentata dal ritenerli irresponsabili per i loro pensieri e le loro azioni, accordando il “beneficio dell’eteronomia, della necessità o dell’inconsapevolezza”.
Riflessioni stimolanti anche alla luce dei revanscismi di estrema destra che oggi tornano a tingere di nero l’Europa.
Ascolta la diretta con Alberto Burgio e Marina Lalatta Costerbosa dell’università di Bologna