Populismo: il nuovo spettro che si aggira per l’Europa??

Scritto dasu 27 Giugno 2016

populismoUna riflessione ampia, attraverso due dirette- la prima con Angelo D’orsi, ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Torino, la seconda con Roberto Castaldi associato in Filosofia Politica presso l’università eCampus ed editorialista de L’Espresso- che ha spaziato dalla vittoria ai ballottaggi del M5S ( con specifico riferimento alla Città di Torino) a quella del “Leave” al referendum che ha interessato il Regno Unito giovedì scorso.

La lettura dei risultati elettorali in Europa utilizza sempre più spesso un concetto che appare abusato, ambiguo ed interessato da continui spostamenti semantici, quello di “populismo”. Il populismo diventa così, nelle parole dei molti commentatori italiani ed internazionali, il nuovo spettro che minaccia i sempre più precari meccanismi istituzionali nazionali ed europei, risultando spesso una chiave di lettura riduzionistica incapace di cogliere contraddizioni, prospettive e tendenze implicite nell’elettorato che si affida, attraverso il voto, a partiti e movimenti definiti appunto populisti,. Da  notare come, nei discorsi più mainstream e convintamente pro-sistema, sotto il comune cappello del populismo si facciano rientrare movimenti di estrema destra, che sarebbe invece opportuno nominare esplicitamente per ciò che sono e altri di sinistra “radicale”.

D’Orsi in particolare, autore, pochi giorni prima del voto per il ballottaggio, di un articolo dal titolo “Contro il sistema Torino. Contro il sistema Italia” assume la crisi, di portata europea se non mondiale, del sistema della rappresentanza, nei confronti della quale, restando in quadro sistemico, il populismo appare in ogni caso come una risposta, sebbene parziale e spesso fuori fuoco. Tuttavia, le sfocature non debbono riguardare la consapevolezza del fatto che in particolare a Torino l’elite piddina, insieme ai poteri finanziari e alla lobby del cemento ( vedi DeGiuli and co.), ha lavorato negli ultimi 23 anni per arricchire i già ricchi ed espellere i subalterni, anche dal punto di vista urbanistico, dal cuore della città.

Ascolta la diretta con Angelo D’orsi

populismi

R. Castaldi invece, sottolinea il rischio rappresentato dai motivi nazionalistici, espliciti in UK prima e dopo la Brexit, per rivelare poi la convinzione ottimista e “naturalizzante” sulle potenzialità dell’UE e del mercato unico.

brexit e nazionalismi


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