Piaceri indisciplinati e sessualità (a)normali
Scritto dainfosu 28 Ottobre 2016
“Il piacere non disciplinato dalla sessualità normale supporta l’intera serie di condotte anormali, aberranti, istintive, che sono in grado di essere psichiatrizzate” (M. Foucault, Gli Anormali)
Disabil*, intersessual*, omosessual*, transessual*, transgender, queer … tanti sono i corpi marginalizzati, invisibilizzati e patologizzati attraverso i confini del normale che, con sguardi e pratiche diverse, lottano quotidianamente contro il regime di abiezione e gerarchia dei corpi che governa i moderni spazi sociali occidentali. Un regime gerarchico che si dispiega attraverso confini di genere, bianchezza, abilità/disabilità, classe e orientamento sessuale ed al cui vertice si collocano i corpi bianchi, cisgender, eterosessuali e normodotati, ai quali viene garantito accesso privilegiato nella distribuzione dei beni a cui le nostre società attribuiscono valore, tra cui rientra anche la sessualità. Sessualità che invece viene spesso negata ai corpi disabili, nel momento in cui vengono patologizzati, passivizzati e medicalizzati.
E’ a partire dagli interrogativi che questa questione pone che nasce un’iniziativa promossa da AH! sQueerTO!– Assemblea Queer di Torino e dal Centro di Documentazione GLBTQ Maurice, dal titolo “Disabilità e assistenza sessuale. Dibattiti e analisi di pratiche di sex working”. L’incontro, che (in forma indipendente ed autogestita rispetto all’istituzione universitaria) si terrà oggi pomeriggio alle ore 17.30 presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino (Aula A4), “propone l’apertura di un dibattito cittadino sulla questione dell’assistenza sessuale alle persone con disabilità fisica. A partire dal punto di vista di attivisti/attiviste e lavoratori/lavoratrici del settore, intendiamo introdurre il pubblico, il più vasto possibile, alle questioni che riguardano l’accesso alla vita sessuale, la sua piena disposizione per tutti i soggetti, e la questione quindi collegata del sex working”.
Questa mattina ne abbiamo parlato con una delle ospiti dell’iniziativa, Giulia Garofalo Geymonat, attivista e ricercatrice presso l’Università di Lund: