La polizia all’epoca della crisi economica
Scritto dainfosu 18 Novembre 2016
Il senso dei contributi che seguono va colto a partire dalle note manifestazioni di Parigi, quando a inizio ottobre dopo un fatto di cronaca nella regione parigina centinaia di poliziotti armati e mascherati scendono in piazza per chiedere soldi e impunità. Dopo mesi in cui nelle piazze si gridava “Tout le monde deteste la police”, la Reazione si fa quindi corpo materiale nell’entusiasmo mediatico e nella compiacenza dei rappresentanti politici. Qual è il ruolo della polizia e delle forze dell’ordine al tempo della crisi e delle nuove forme di sfruttamento? Ad una parte nuovi percorsi di autonomizzazione e livelli di sindacalizzazione mai raggiunti prima, dall’altra un progressivo affievolirsi del ruolo di cani da guardia del potere e di corpo separato in favore di un ruolo di repressione ma anche mediazione e ricomposizione dei conflitti (“poliziotto di quartiere”) in cui la cittadinanza si rende più attiva (e più complice) e il poliziotto finisce a essere piuttosto baluardo dei “cittadini” contro gli esclusi piuttosto che il presidio visibile degli interessi delle classi dirigenti. Naturalmente dove il conflitto si palesa nella sua dimensione sociale la suddetta funzione (che si è prodotta diacronicamente nel passaggio dalla prima società industriale alla nostra cosiddetta postmodernità) s’indebolisce e sfuma sino a una dimensione in cui sincronicamente la polizia incarna entrambe queste funzioni.
Il nostro sguardo ha interessato sia la realtà statunitense che quella francese.
Abbiamo dunque raggiunto Oakland, California, dove il prof. Alessandro De Giorgi, che insegna criminologia all’università statale San Josè e che ha diversi futuri poliziotti tra i suoi allievi, ha risposto ad alcune nostre domande.
Abbiamo iniziato proprio dal famoso ammutinamento di buona parte della polizia newyorchese nei confronti del sindaco De Blasio, reo secondo loro di aver delegittimato la polizia ( e la sua violenza) dopo l’uccisione di due agenti da parte di un pregiudicato nero che desiderava vendicare i troppi morti afroamericani per mano della polizia cittadina.
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Le cifre dunque, come il professor De Giorgi stesso ci ha raccontato, dicono che la polizia rischia molto meno di un tempo. La pressione della criminalità è minore e gli omicidi dei poliziotti si sono dimezzati. Perché allora la polizia è meno disposta a rischiare la vita di un tempo? Si percepiscono davvero come lavoratori tra gli altri? Peraltro muoiono moto meno di altri lavoratori.
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L’ultima questione riguarda il rapporto tra crisi del debito, crisi fiscale e fondi spesi per la sicurezza e le forze dell’ordine. Il malcontento ha in qualche modo a che fare con tagli e misure che hanno colpito le forze dell’ordine in particolare? Come funziona negli Usa il finanziamento alle forze di sicurezza nelle loro varie sfumature (federale, nazionale, conteale).
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Abbiamo montato in un unico contributo audio le due interviste a Pierre, compagno di Nantes attivo durante le manifestazioni contro la Loi Travail e a Mathieu Rigouste, ricercatore indipendente già autore de “La dominazione della polizia. Una violenza industriale”.