L’epidemia di suicidi
Scritto dainfosu 10 Febbraio 2017
Il 13 settembre del 2010 Norman Zarcone, 27 anni, dottorando in filosofia, si getta dalla finestra della facoltà di Lettere dell’Università di Palermo. I suoi cari subito riconoscono in quel gesto la disperazione e la rabbia che hanno accompagnato la sua vita professionale: il nepotismo che t’impedisce di avere un posto, i tagli alla ricerca che rendono impossibile avere una borsa di studio, le porte chiuse in faccia quando non si hanno santi in paradiso. Una storia che ricorda da vicino quella di Michele, un ragazzo friulano che si è tolto la vita qualche giorno fa lasciando la sua lettera di accusa a una società malata che mortifica le ambizioni e gli affetti.
In una lunga crisi economica, sociale ma soprattutto di senso, la mancanza di prospettiva individuale e collettiva sembra sempre più manifestarsi in episodi tragici come questi, senza contare quelli che restano taciuti, schiacciati sotto la cappa del problema personale, della depressione e dell’incomprensione, rinchiusi nel guscio del lutto familiare. Abbiamo raggiunto ai nostro microfoni il padre di Norman, che si è sempre battuto perché la morte del figlio fosse riconosciuta per quello che è stata: un omicidio di Stato. Nel caso di Norman come in quello di Michele infatti, attempati opinione maker si sono affrettati a rimettere i suicidi nella casella della questione singolare, legata a una traiettoria avulsa da ogni contesto. Per il caso di Michele, ci sono stati giornalisti che dopo il cordoglio di rito si sono scagliati contro chi ha fatto una scelta così radicale, accusandolo di non aver saputo cogliere le ricche opportunità offerte “da internet e dai voli low cost”. Proprio così chiosa uno degli articoli più orrendi pubblicati nella cacofonia mediatica a seguito della morte del ragazzo friulano, pubblicato da Federica Bianchi per l’Espresso. Siamo partiti dalle sue sprezzanti parole della giornalista per commentare questi fatti tragici e rimetterli nel loro contesto
Ascolta la diretta con Claudio Zarcone, papà di Norman