Afghanistan: per tutti una terra da controllare

Scritto dasu 28 Ottobre 2017

 

 

Ultimamente si devono registrare molti attentati in Afghanistan, in particolare nel sud, nella provincia di Ghazni e Kandahar, ma anche Kabul, ognuno dei quali produce decine di morti. Il sistema mediatico occidentale non li registra nemmeno, ma ciascuno di quelli è un segnale a Pakistan, India, Usa, governo afghano, Cina e Iran. Queste le potenze che si spartiscono il potere di controllo del territorio e dell’entità afgana. In superficie troviamo una lettura militare, più facile, e che si spiegherebbe con il calendario autunnale e dunque si tratterebbe della classica offensiva di fine stagione, prima del grande freddo. Ma senza pensare a complottismi o accuse di eterodirezione dei talebani, ma sta di fatto che la ricostruzione dello scacchiere è estremamente delicato e invece tutti – indiani e pakistani – perseguono i loro interessi che esulano da quelli delle popolazioni, etnie,

L’India nazionalista di Modi, a cui è stato chiesto di tenere d’occhio il Pakistan, che sarebbe cirondato, in particolare ha stanziato molti miliardi in Afghanistan; il confine poroso del Baluchistan serve da ambo i lati; per quanto il segretario di stato americano possa volare a Karachi per riprendere i vertici del paese privo di una reale guida politica; ma anche la Cina nel nord, al confine con lo Xinjiang degli Uiguri. E poi pure i pakistani agiscono a loro volta, avendo alle loro spalle la stessa Cina che investe nel territorio afghano. Abbiamo bisogno di qualcuno molto esperto di Afghanistan per capire meglio quello che si nasconde dietro i blindati riempiti di tritolo e dietro alle manovre delle grandi potenze della regione, perciò ci siamo rivolti a Emanuele Giordana

 

Afghanistan tra India, Cina, Pakistan


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