Uno sciopero improvvisato

Scritto dasu 20 Novembre 2017

Lunedì scorso una prematura quanto cospicua nevicata ha imbiancato Bologna e come spesso accade durante eventi atmosferici di quest’entità ci sono stati disagi in città. Nonostante le condizioni metereologiche evidentemente avverse e le strade impraticabili i maggiori marchi di food delivering della città, Just Eat, Deliveroo e Sgnam, non hanno sospeso il servizio costringendo i propri rider in strada sotto la neve ignorando i rischi a cui andavano incontro. Non avevano fatto i conti però con un’inaspettata unità tra i fattorini che hanno disertato in modo spontaneo il lavoro costringendo di fatto le piattaforme a bloccare il servizio per l’intera giornata.

Le condizioni di lavoro di chi consegna cibo a domicilio variano un poco da marchio e marchio ma ciò che accomuna tutti i fattorini non è certamente irrilevante: iperflessibilità e precarietà, nessuna copertura per gli incidenti, nessun rimborso per la manutenzione dei mezzi, deresponsabilizzazione totale della piattaforma nei confronti della propria flotta, paga misera e spesso guadagnata a cottimo o con un fisso orario molto basso, solo per dirne alcuni.

Negli ultimi anni in alcune città come Torino ci sono stati momenti di lotta portati avanti dai rider per migliorare le proprie condizioni di lavoro. Ci si è dovuti confrontare con un contesto lavorativo fluido e impalpabile, con colleghi in movimento e capi lontani. Quelle lotte, come lo sciopero spontaneo bolognese ci insegnano che è possibile organizzarsi per non farsi sfruttare anche all’interno del mondo del lavoro in ristrutturazione e che, viste le tinte sempre più fosche che assume il domani, è ancora più urgente farlo.

Abbiamo contattato Tommaso, un rider bolognese.

Ascolta la diretta

 

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